Riccardo De Palo
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di Riccardo De Palo

Umorismo, gialli, classici: ecco i libri per ritrovare il buonumore al tempo della quarantena

Umorismo, gialli, classici: ecco i libri per ritrovare il buonumore al tempo della quarantena
di Riccardo De Palo
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Giovedì 19 Marzo 2020, 14:15 - Ultimo aggiornamento: 15:52
Leggere ai tempi della quarantena può essere una terapia formidabile, distrarre dai cattivi pensieri, contribuire alla “manutenzione del sorriso”, per dirla con Fruttero & Lucentini. Per questo, proviamo a suggerire qualche titolo, di quelli che dissipano ombre e puntano sulla leggerezza; anche se c’è sempre chi preferisce “attaccare” titoli nobili (e sterminati) come “Guerra e pace” o “Alla ricerca del tempo perduto”, per approfittare di questa permanenza in casa forzata.

L’umorismo riesce, come pochi altri generi, a ristabilire il buonumore, e quindi la nostra forza interiore.

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Ma cominciamo proprio dai classici, tutti facilmente reperibili sulle librerie online, in forma cartacea o come ebook. Impossibile non citare "Tre uomini in barca" di Jerome K. Jerome, forse il libro umoristico più celebrato di tutti i tempi; sarà difficile evitare di ridere, seguendo le avventure dei tre uomini (più il cane) sul Tamigi.

“Il nostro agente all’Avana” di Graham Greene è un romanzo del 1958: il protagonista è un commerciante inglese di aspirapolvere con una figlia teenager molto esigente, che accetta di fare l’agente segreto per il governo britannico, per arrotondare gli incassi; il problema è che s’inventa tutte le sue informazioni “esplosive”, e si ritrova a dover coprire fino all’ultimo le sue menzogne grossolane. “Inviata speciale” di Jean Echenoz è invece un romanzo molto più recente, che attinge alle medesime modalità di parodia della spy-story: la bella Constance diventa, suo malgrado, agente segreto in missione (delicatissima) in Corea del Nord, con conseguenze esilaranti.

Tornando nell’ambito dell’umorismo inglese, “Guida galattica per gli autostoppisti” è un classico della fantascienza di Douglas Adams da cui è stato tratto un fortunato film di Hollywood. Servirà certo a sdrammatizzare, immergersi nelle avventure surreali di Arthur Dent e Ford Prefect, viaggiatori delle
galassia.

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Alan Bennett è un altro autore britannico molto divertente; di recente Adelphi ha pubblicato “La signora nel furgone”, la storia (vera, o quasi) di Miss Shepherd, che decide di posteggiare la sua casa con le ruote proprio nel giardino, all’ingresso della casa dell’autore. Anche questo libro è diventato un film, con Maggie Smith come protagonista.

"Una cosa divertente che non farò mai più" è invece un libro reportage di David Foster Wallace, piccolo capolavoro dell'umorismo postmoderno, dedicata a una crociera extra lusso nei Caraibi. Da non perdere.

Altri generi letterari possono avere la stessa efficacia, per distrarci dalle preoccupazioni quotidiane. “I vagabondi” di Olga Tokarczuk, nuovo Nobel per la letteratura, è un libro molto particolare, che non segue una trama ben precisa, ma è una sorta di collage di storie molto ben costruito, che ti porta in un mondo affascinante e permette (soprattutto) di viaggiare senza muoversi di casa.


Se invece il vostro genere preferito è il crime, vanno segnalate (e consigliate caldamente) alcune novità. Anzitutto “I quattro cantoni”, ultima fatica di Gabriella Genisi, autrice di una serie noir pugliese con la prima commissario donna della letteratura italiana: Lolita Lobosco. Dai suoi libri sarà tratta presto una serie tv con, protagonista, Luisa Ranieri: sarà inevitabile fare i confronti con la performance di suo marito, Luca Zingaretti, nel ruolo di Montalbano.

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C’è poi “Vittima numero 2117” di Jussi Adler-Olsen, ultimo trascinante thriller del re del noir danese, “papà” dell’ispettore Carl Mørck, protagonista anche di diversi film. 

Un vero capolavoro del genere è “Violette di marzo”, primo capitolo della trilogia berlinese dell’autore scozzese Philip Kerr: il protagonista Bernie Gunther, detective privato antinazista, è riuscitissimo, e bene ha fatto l’editore Fazi a riscoprirlo. Tra gli italiani, molto riuscito “Anime trasparenti” di Daniele Bresciani, prima indagine dell’ispettore Miranda, che si muove in una Milano periferica, quasi irriconoscibile; e mostra un lato umano tutt’altro che secondario.

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