Elefanti e giraffe all'asta. La Namibia vende i suoi animali selvaggi. "Colpa della siccità".

Elefanti africani allo stato selvaggio (immagine di Remo Sabatini)
di Remo Sabatini
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Giovedì 20 Giugno 2019, 18:27

In Namibia è emergenza siccità. Tanto che, ormai, i rari pascoli destinati alla fauna selvaggia dello splendido Paese dell'Africa meridionale, sono ridotti ad un cumulo polveroso di pietre e sassi. La situazione è talmente grave che le autorità e il Ministero dell'Ambiente, hanno deciso di mettere all'asta centinaia di animali. Dalle agili gazzelle fino ai giganteschi elefanti, la lista degli animali simbolo del continente africano, è lunga e comprenderebbe circa 600 bufali, 150 antilopi sprinbok, 65 orici, 20 impala, 16 gnu, 60 giraffe, 16 antilopi cudù, 35 antilopi eland e 28 elefanti.
 


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Da questo migliaio di esemplari, il governo spera di poter ricavare non meno di un milione di dollari. Una somma ingente, per quel Paese, che permetterebbe ulteriori investimenti nei parchi naturali, storico baluardo dell'economina namibiana. Inoltre, come ha spiegato Romeo Muyunda, del Ministero dell'Ambiente, il previsto intervento sarebbe necessario "vista la situazione dei pascoli ampiamente compromessa". Da quì, la riduzione degli animali del territorio.
"Se non riduciamo il numero degli animali, ha spiegato, potremmo perderne molti di più. Senza cibo nè acqua, il tasso di mortalità sarebbe molto alto". La siccità che anche quest'anno ha colpito il Paese, già nel maggio scorso aveva spinto il presidente Hage Geingob a dichiarare lo stato d'emergenza nazionale. Nel frattempo, la notizia dell'asta sta raccogliendo diverse critiche da parte di chi è preoccupato per la fine degli animali, una volta venduti. Chi può garantire che non finiscano negli zoo o, peggio, nel mirino di qualche cacciatore di trofei? La questione tiene banco nonostante le rassicurazioni governative che, per la complicata operazione, si sono affidate al Game Products Trust Fund, l'organizzazione filogovernativa che, dal 1997, si occupa di regolamentare la caccia e la vendita di animali e obbligata, per statuto, a reinvestire i profitti nella lotta al bracconaggio e nelle varie attività di conservazione, fino alla promozione volta alla convivenza umana con la fauna selvatica.

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