Mukhtar, morto il cane che per 12 anni aveva aspettato davanti al mare il padrone scomparso

La popolazione commossa: "Era più che un cane. Ora è una stella".

Mukhtar aspetta inutilmente il padrone scomparso (immagini diffuse sui social da Ludmila Milcheva e Jah Militant)
di Remo Sabatini
4 Minuti di Lettura
Martedì 12 Settembre 2023, 20:09

A guardarlo, appoggiato su quel parapetto affacciato sulla riva del Mar Nero che bagna Yalta, si stringeva il cuore. Tanto era assorto nella sua malinconia che persino ai passanti inteneriti, ogni tanto era sembrato di scorgere quel padroncino tanto atteso e desiderato che però non sarebbe tornato mai più. Ecco, in fondo ed a pensarci bene, l'incredibile storia di Mukhtar è tutta qui.

Lo squalo ultracentenario riappare nel Mar dei Caraibi: nato nel 1505, è l'animale più vecchio del mondo

La storia di Mukhtar

Una storia fatta di desideri e di attese infinite culminate e probabilmente finalmente esaudite, soltanto con la morte di quello che è stato definito l'Hachiko della Crimea.

Sì perché come il suo lontano cugino giapponese, anche Mukhtar era disperato: il suo padrone scomparso, morto anni prima, non era più tornato. Eppure, lui, lo aveva aspettato. Al solito posto. Come sempre. Per tutti i giorni di 12 lunghissimi anni, Mukhtar era andato di fronte al mare con la speranza di un miracolo che, però, non sarebbe mai avvenuto.

La storia del cagnolone triste era iniziata tanti anni prima quando, un bagnino, lo aveva adottato in quello che qualcuno aveva descritto come una sorta di colpo di fulmine. Un amore condiviso che però, qualche tempo dopo, non avrebbe avuto un lieto fine. Con la morte del padroncino, infatti, per il cagnolone si sarebbero spalancate le porte dell'inferno. Senza più una casa né  quell'amore che gli aveva spezzato il cuore, era infatti divenuto un vero e proprio randagio. "Qualche anno fa, ricorda più di un abitante della zona, aveva persino rischiato l'eutanasia".

Senza più collare ne' guinzaglio, per qualcuno aveva cominciato a rappresentare un problema. Tanto da finire per essere segnalato alle competenti autorità. Una fine orribile e ingiusta che sarebbe stata scongiurata dall'affetto dei più che lo vedevano continuamente di fronte al mare ad aspettare. Tra questi, un trombettista, Viktor Malinovski che alla fine decise di prenderlo con sé. Una fortuna per tutti. Soprattutto per Mukhtar che però, in cambio, aveva dovuto imparare di nuovo ad indossare collare e guinzaglio. Come ha poi fatto per tutta la vita regalando affetto a tutti coloro che lo hanno avvicinato. Fino agli ultimi istanti della sua vita trascorsa, in buona parte, guardando il mare. La morte dell'Hachiko della Crimea ha profondamente colpito l'intera comunità. Tanto che persino il Sindaco, Yanina Pavlenkola, si è detta d'accordo nel costruite un monumento dedicato al cane.

Già commissionato, verrà posto proprio nel punto dove Mukhtar tutti i giorni si fermava a guardare il mare. "Era più che un cane, ora è una stella", è stato detto di lui. Amore e attesa, le due ragioni di vita che hanno così drammaticamente accumunato le storie di due cani che sono già leggenda. Anche Hachiko, infatti, aveva aspettato inutilmente il ritorno del suo padrone. Adottato da un agronomo e professore universitario quando aveva soltanto due mesi, il cucciolo di razza Akita lo aveva accompagnato tutti i giorni alla stazione dove, il suo padrone prendeva il treno per recarsi al lavoro facendosi trovare nel pomeriggio, al suo rientro. Una consuetudine che sarebbe proseguita fino a quel maledetto 21 maggio del 1925. Quel giorno, infatti, il professor Hidesaburo Ueno dopo un grave malore che lo aveva colpito mentre si trovava ancora all'università, non fece mai più ritorno a casa. Per Hachiko, che lo aspettava alla stazione, come sempre, fu l'inizio di un dramma che terminò soltanto l'8 marzo del 1935 quando morì a soli undici anni di età, dopo che gli era gia stata dedicata una prima statua, a causa di una grave malattia. In tutti quegli anni era sempre andato alla stazione dei treni. Il suo, però, non arrivò mai. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA