Abruzzesi in fuga dal terremoto in Turchia: «Così ci siamo salvati»

Abruzzesi in fuga dal terremoto in Turchia: «Così ci siamo salvati»
di Tito Di Persio
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Venerdì 10 Febbraio 2023, 08:36

«La prima cosa che ho fatto appena sono arrivato a casa è stata abbracciare mia moglie e i miei figli. Li ho stretti forte a me. Mi stavano aspettando dietro la porta. È stata davvero una forte emozione». Questo sono le parole Luigi Di Giovanni, 50 anni, di Pescara, che insieme ai colleghi Davide Tini, 24 anni, di Silvi Marina e Antonio Torelli, 44 anni di Miglianico, si è salvato per miracolo dalla forte scossa di magnitudo 7.8, lunedì alle 4:17 (le 2:17 ora italiana) a Gaziantep in Turchia (zona vicina all'epicentro), che ha già fatto oltre 20 mila vittime e più di 65 mila feriti. I dati, parziali, rendono bene l'idea della tragedia che stanno vivendo Turchia e Siria, e la fortuna che hanno avuto i tre tecnici abruzzesi della Diatec Andritz di Collecorvino. «Stavamo dormendo, quando abbiamo sentito un forte boato e la terra ha tremato per 90 interminabili secondi. Sembravano infinità», dice Luigi.

Beve un goccio d'acqua e continua: «Poi siamo scappati fuori dall'hotel anche se le temperature erano sotto lo zero. La terra continuava a tremare e le scosse erano forti, ma non potevamo restare a lungo all'esterno, quindi ci siamo fatti coraggio e siamo saliti in camera a prendere vestiti più pesanti». Lui e i due colleghi sono rimasti per due giorni seduti su una sedia nella hall del Park hotel Dedeman davanti a un portone di sicurezza e a ogni scossa correvano in strada sotto la neve. «Noi volevamo già partire lo stesso lunedì rivela ma non abbiamo trovato nessuno che si voleva prendere la responsabilità viste le condizioni disastrose delle strade e autostrade».

E sottolinea che in quei momenti è stato determinante l'intervento dell'azienda che tramite le autorità locali è riuscita a organizzare l'evacuazione. Ma il viaggio di ritorno è stato una odissea: 20 chilometri in nove ore. In totale da Gaziantep a Istanbul, meno di 1.500 chilometri, di ore ce ne sono volute 30. Causa maltempo non sono decollati tre aerei e quando sembrava tutto risolto il volo delle 18.05 (16.05 ora italiana) è saltato. «Ci è caduto il mondo addosso, confessa Luigi stremati dal freddo, senza sonno e con poco cibo, il nostro morale è precipitato. Poi ci hanno chiamato e detto di andare in un secondo aeroporto ad Istanbul e finalmente alle 21.15, ora locale, siamo partiti. Ho messo piede a casa mia a Pescara alle 3».

Intanto l'Abruzzo spedisce materiale sanitario messo a disposizione dalla Asl di Teramo, in particolare dalle farmacie ospedaliere di Teramo, Giulianova e Sant'Omero. La spedizione sarà accompagnata da due volontari del Nucleo Operativo Volontari di Protezione civile (Novpc) di Tagliacozzo che si imbarcheranno sulla nave San Marco della Marina Militare.

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