Strangolò la madre malata, i testimoni: «Francesco era depresso ma le voleva bene»

Strangolò la madre malata, i testimoni: «Francesco era depresso ma le voleva bene»
di Walter Berghella
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Sabato 16 Marzo 2024, 07:39

Era divenuto un uomo depresso con molti problemi, anche economici, Francesco Rotunno, 65 anni, accusato di aver strozzato con un laccio la madre di Cesira Bambina Damiani, 88 anni, avvenuto a Casoli il 12 febbraio 2023 nella loro abitazione. In Corte d’ Assise ieri hanno sfilano altri 5 testi dell’accusa, due dei quali erano anche del difensore Silvana Vassalli. Il quadro che è emerso è proteso ad evitare l’ergastolo.

Il medico condotto, Bruna Casciato, spiega le patologie della vittima e dice: «Era a rischio di vita». 
La pensionata soffriva di cecità bilaterale e di leucemia cronica e doveva fare le trasfusioni per tirare avanti. La vicina di casa in campagna, Elisabetta, è stata quella che ha incontrato l’imputato per strada che andava in contrada Serre e gli ha dato un passaggio in auto: «L’ho trovato demoralizzato e di poche parole» ha detto. La vicina ha poi trovato le chiavi nella porta del casolare e avvisato l’ex moglie Katia Celli.

Da quel momento un susseguirsi di eventi; la badante scopre la donna morta sul letto e tutti si attivano a cercare il figlio. La condomina Patrizia dice di averlo visto andare via a mezzogiorno ma prima l’aveva visto dietro la finestra. E ha notato, cosa inusuale, che le chiavi di casa al primo piano, luogo dell’omicidio, erano sulla toppa.

L’ex consorte Katia, che spesso andava a trovare la suocera, è corsa pure lei e ha visto il biglietto di scuse e ha allertato il figlio Stefano. «Lui e la mamma vivevano in simbiosi - ha detto Katia. La mamma era la prima e si è sempre occupato di lei: all’inizio era tranquillo poi si vedeva che non stava bene e mia suocera peggiorava». 

Il figlio Stefano racconta: «Saputo della morte della nonna ho pensato che papà avesse fatto una stupidaggine anche col bene che le voleva. L’ho chiamato più volte e non rispondeva poi l’abbiamo trovato su un costone a Serre accasciato, bagnato e sotto choc. Con nonna aveva atteggiamenti amorevoli ed ero convinto che si volesse suicidare dopo la morte di nonna a cui voleva tanto bene; l’accarezzava, la lisciava e per accudirla non è venuto al compleanno di mio figlio». Per l’avvocato Vassalli: «Si è dimostrato uno stato di depressione vicino e prodromico a quanto successo che possa aver scosso ancor più la sua vita. Nessuno avrebbe immaginato un atto violento contro la madre, piuttosto contro se stesso dopo la sua morte. La Corte ha un quadro esatto dell’imputato e della depressione. Stavano soffrendo insieme e ha pensato me ne vado. Cercando il suicidio si era nascosto per non farsi ritrovare».

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