Rigopiano, indiscrezioni sulle motivazioni della sentenza choc: «Valanga imprevedibile»

Rigopiano, indiscrezioni sulle motivazioni della sentenza choc: «Valanga imprevedibile»
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Lunedì 22 Maggio 2023, 07:51

Oltre trecento pagine per motivare la demolizione dell'impianto accusatorio e la raffica di assoluzioni che hanno ridotto soltanto a tre, di fatto, i responsabili della strage dell'Hotel Rigopiano. Il giudice Gianluca Sarandrea depositerà oggi, con 48 ore di anticipo sulla scadenza dei tre mesi rituali, le motivazioni della sentenza che il 23 febbraio scorso ha assolto ben 25 degli originari imputati, cancellando l'articolata filiera istituzionale ricostruita dalla Procura di Pescara in due anni di indagini, per restringere il campo delle responsabilità all'asse Comune-servizio strade della Provincia. I 151 anni di carcere richiesti complessivamente dai Pm Bellelli, Papalia e Benigni si sono di conseguenza asciugati nelle condanne a 2 anni e 8 mesi del sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, 3 anni e 4 mesi a testa per i funzionari provinciali Paolo D'Incecco e Mauro Di Blasio, 6 mesi a testa, ma per fatti laterali, di Bruno Di Tommaso, gestore del resort, e del tecnico Giuseppe Gatto.

È l'imprevedibilità in concreto della valanga precipitata sull'albergo il 18 gennaio 2017 il criterio guida della sentenza Sarandrea, una pronuncia coraggiosa considerato il contesto generale del processo, costata al Gup pescarese il rosario di insulti e minacce seguito alla sentenza del dispositivo.

Aderendo alle tesi di gran parte dei difensori, quelli impegnati nel corso delle lunghe e travagliate udienze del rito abbreviato a salvaguardare le posizioni dell'ex prefetto Francesco Provolo, dei funzionari di palazzo del governo, dell'ex presidente della Provincia Antonio Di Marco e dei dirigenti regionali responsabili nel tempo della redazione della carta valanghe, il giudice spiega perché la non prevedibilità dell'evento non ha consentito l'accoglimento delle pesanti richieste della pubblica accusa.

Determinando di conseguenza la cancellazione dell'ipotesi più grave di disastro colposo.

Elemento dirimente, in questa prospettiva, è la conclusione della mega perizia sulle cause della valanga, ossia sull'incidenza delle scosse di terremoto della mattina del 17 gennaio sul distacco della massa nevosa dal fianco orientale di Monte Siella. Una causa sismica ammessa, sia pure senza nettezza, dai tre consulenti del Gup. Alla luce di ciò, si annuncia per paradosso più complessa la motivazione delle tre condanne principali, a pene neanche modeste se si considera lo sconto di un terzo per il rito abbreviato, per il mancato sgombero del resort e per la mancata chiusura della strada che da Farindola sale a Rigopiano. La Procura avrà 45 giorni di tempo, a partire da domani, per preparare l'inevitabile secondo round.

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