Pranzo di Pasqua all'ospedale: quindici commensali al Pronto soccorso

Pranzo di Pasqua all'ospedale: quindici commensali al Pronto soccorso
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Venerdì 6 Aprile 2018, 10:33
Una quindicina di persone scelgono un ristorante del Chietino per il pranzo di Pasqua e il giorno seguente alcune di loro iniziano ad avere forti problemi gastrointestinali, tanto da finire in ospedale. Il fatto viene segnalato ai Carabinieri del Nas di Pescara, i quali, in collaborazione con il personale dell’azienda sanitaria locale, effettuano un’ispezione all’interno del ristorante, riscontrando gravi carenze igienico sanitarie: alla fine è scattato il provvedimento di immediata sospensione dell’attività.

Al pronto soccorso era stata costretta a farsi medicare la metà dei commensali, preoccupati per gli improvvisi malesseri. Si tratta di persone residenti nel Chietino e nel Pescarese, che hanno iniziato ad accusare fortissimi mal di pancia e giramenti di testa. E in molti, a distanza di appena ventiquattro ore dalla festa trascorsa nel ristorante alle porte di Chieti, si sono ritrovati in ospedale. Nel corso del controllo, i carabinieri per la tutela della salute, guidati dal maggiore Domenico Candelli, hanno anche eseguito il campionamento di alcuni alimenti per la successiva analisi. In ospedale, invece, è stata avviata un’indagine epidemiologica sulle persone che, dopo i malori, hanno fatto ricorso alle cure mediche. Nelle scorse settimane i carabinieri del Nas di Pescara avevano chiuso un ristorante che si trova lungo la riviera di Montesilvano. Gravi carenze igienico sanitarie, con alimenti pronta per la cottura e per essere serviti sporchi e conservati in cattive condizioni: questi i motivi per i quali era scattato lo stop all’attività. Tanti commenti sul web negativi legati alle condizioni igieniche, ma anche segnalazioni arrivate direttamente al comando hanno portato al blitz. I carabinieri hanno trovato del cibo, pronto per essere cotto e servito alla clientela, insudiciato e conservato in pessime condizioni. Il pesce addirittura presentava della brina a testimonianza che è stato più volte scongelato e ricongelato. Molti prodotti non avevano alcuna identificazione per la tracciabilità.
 
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