Pescara, tassista rapinato e accoltellato: due arresti dopo sei anni

Pescara, tassista rapinato e accoltellato: due arresti dopo sei anni
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 10:45

Il 29 gennaio del 2015 avevano aggredito, rapinato e accoltellato un tassista, facendolo finire in ospedale. Per la vittima, una notte da incubo. Dopo poco più di cinque anni, per i due presunti responsabili: Andrea Sborgia e Massimo Rendine, di 45 e 46 anni, entrambi pescaresi si sono spalancate le porte del carcere, dove a quanto pare rimarranno a lungo. Il primo Sborgia dovrà scontare la pena di 5 anni e 5 giorni di reclusione per rapina e lesioni personali aggravate.

L'altro ieri, la squadra mobile, diretta da Dante Cosentino, ha eseguito l'ordine di carcerazione emesso a suo carico dalla procura della Repubblica ed ora è rinchiuso nella casa circondariale di Vasto. Più pesante la condanna per Rendine, a sette anni e cinque mesi, ma per un cumulo di pene per vari reati fra cui la rapina. Nella denuncia presentata in questura, il tassista aveva raccontato di aver ricevuto, poco prima dell’una, la chiamata da un cliente che diceva di voler essere prelevato in via Tevere. Giunto sul posto, un uomo era salito sul sedile posteriore seguito da un altro con il volto coperto da passamontagna e visiera. Quest’ultimo si era seduto nel sedile affianco al suo.

Dopo qualche metro, l’uomo “incappucciato” gli aveva chiesto di fermarsi e, a questo punto, aveva tolto le chiavi dal cruscotto e, mostrandogli un oggetto affilato e appuntito, probabilmente un coltello, gli aveva intimato di consegnarli il portafogli, contenente 170 euro, documenti e bancomat. La persona seduta dietro, intanto, gli aveva sferrato dei pugni sulla testa e sulla guancia destra. Poi, mentre afferravano altri oggetti, fra cui navigatore e due telefonini, uno dei due con il coltello lo aveva ferito all'addome e alla coscia destra.

Non contenti, gli avevano anche tagliato le gomme della vettura e, dopo varie minacce, erano fuggiti via a piedi, lasciandolo sanguinante e nell'impossibilità di chiedere aiuto.

Dopo circa dieci mesi di indagini, nel novembre 2015 la sezione anti rapina della squadra mobile era riuscita a individuarli. Due volti e due nomi già conosciuti. Sborgia, al momento dell'arresto era ai domiciliari per vari furti; il secondo, Rendine, esattamente un anno prima era stato vittima di una gambizzazione, per questioni legate al controllo dello spaccio di droga a Rancitelli. Primo passo del conflitto tra le nuove leve del crimine che ha continuato poi a insanguinare il quartiere. Ad incastrarli, una serie di indizi a cominciare dall'esame delle utenze telefoniche, che hanno portato a ricostruire i contatti fra i due e i loro movimenti. Durante una perquisizione, gli agenti della mobile avevano ritrovato in casa di Sborgia il telefono da cui sarebbe partita la chiamata. A di inchiodare il 45enne, noto all'epoca negli ambienti dei tassisti per la sua facilità di usufruire dei servizi senza pagare, anche le immagini delle telecamere dello sportello bancomat da cui avrebbe effettuato due prelievi da 250 euro ciascuno, usando la carta del tassista.

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