Paradisi fiscali, arrestato bancario di Roseto: è tornato da Londra per costituirsi

Paradisi fiscali, arrestato bancario di Roseto: è tornato da Londra per costituirsi
di Teodora Poeta
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Martedì 25 Ottobre 2022, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 12:54

Si allarga l'inchiesta che una settimana fa aveva portato all'arresto del commercialista rosetano M.D.O. per presunte irregolarità nei piani di riparto di alcune delle procedure fallimentari che ha seguito come curatore o commissario giudiziale. Ieri anche suo figlio D. D.O. 37enne, pure lui laureato in Economia con il massimo dei voti e attualmente residente a Londra dove lavora per un'importante banca, è finito ai domiciliari.

La misura di custodia cautelare è scattata nel momento in cui, volontariamente, il figlio del commercialista ha deciso di rientrare in Italia. Ad attenderlo all'aeroporto c'erano i finanzieri. Adesso pure lui dovrà sottoporsi all'interrogatorio di garanzia che è atteso nelle prossime ore davanti al gup.


Nel frattempo per quanto riguarda il commercialista, che venerdì scorso si è avvalso della facoltà di non rispondere (difensore è l'avvocato Fabrizio Acronzio), per adesso resterà ai domiciliari con l'obbligo di indossare il braccialetto elettronico. Lo ha deciso il gup Marco Procaccini secondo il quale sussisterebbe ancora il pericolo di reiterazione del reato. Il commercialista ha rinunciato a tutti gli incarichi attuali che aveva e ha depositato una serie di documentazione, ma è chiaro che adesso si procederà con un ricorso al Riesame.

Padre e figlio, secondo l'accusa, avrebbero in concorso, nei loro rispettivi ruoli, spostato capitali fino all'Isola di Man, nel Mar d'Irlanda tra la Gran Bretagna e l'Irlanda per poi farli sparire in paradisi fiscali attraverso un meccanismo non facile né da escogitare, né tantomeno da attuare.

Ipotesi di reato ancora tutta da accertare, che in ogni caso ha già spinto gli inquirenti a chiedere due misure cautelari entrambe accolte, con il figlio che pur vivendo all'estero non si è sottratto alla giustizia e ieri pomeriggio è rientrato Italia. Appena varcato il confine ad attenderlo c'erano gli uomini delle fiamme gialle che gli hanno notificato la misura per poi portarlo fino a Teramo.

La convinzione degli inquirenti è che lui sapesse le movimentazioni di quelle società proprio perché firmava tutta la documentazione in veste di rappresentante e una delle quali, aperta nel 2018 e chiusa lo scorso marzo, era sotto la legge governativa dell'Isola di Man. Ma ce ne sono anche altre passate al vaglio degli investigatori. A Teramo, invece, c'era suo padre che sfruttando il ruolo di curatore fallimentare o commissario giudiziale, avrebbe fatto acquisire i crediti deteriorati proprio a queste società di comodo.


Un flusso all'estero che ad un certo punto, a quanto pare, non sarebbe passato inosservato dalla Banca d'Italia. Da qui sembrerebbe che sia partita la prima segnalazione che ha insospettito fino a far scattare l'inchiesta che in questi giorni sta molto facendo discutere perché M.D.O. è un professionista conosciuto e tanti sono i fallimenti che ha seguito anche in passato. Al momento sono 4 gli indagati, tra i quali un altro professionista, la cui posizione è marginale, e una cosiddetta testa di legno usata per le operazioni, ma non si escludono ulteriori sviluppi.

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