L’addio a Simone Di Gregorio: «Diteci perché è morto»

La bara in legno chiaro è stata salutata da un applauso e dal lancio di palloncini bianchi, su cui erano scritte frasi d’affetto: «Zio Simone, sei il nostro angelo» e «Grazie per il tempo che ci hai regalato».

L’addio a Simone Di Gregorio: «Diteci perché è morto»
di Alfredo D'Alessandro e Giuseppe D'Intino
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Sabato 19 Agosto 2023, 10:03

Erano tutte occupate, ieri pomeriggio, le panche della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Pescara. In tanti hanno voluto dire addio a Simone Di Gregorio, stringendosi al dolore della famiglia. Il 35enne è morto domenica scorsa al culmine di una crisi psichica. Nemmeno l’autopsia è riuscita a determinare le cause del decesso. Quel che è certo è che l’uomo è stato fermato dai carabinieri, i quali hanno utilizzato anche il taser, la pistola a impulsi elettrici che l’Onu considera uno strumento di tortura e che, secondo Amnesty International, negli Usa ha provocato oltre mille morti in vent’anni. Cosa sia realmente accaduto domenica non è chiaro: sul posto sono intervenuti anche i sanitari del 118, che hanno somministrato un calmante a Di Gregorio. Il 353enne, però, è morto prima ancora di essere trasportato in ospedale.


Nelle lacrime dei suoi parenti, ieri al funerale, vi era un grande interrogativo, quello del perché di una morte così tragica. All’inizio delle esequie è intervenuto il papà di Simone, che ha brevemente ricordato il figlio, senza mostrare rancore e senza addentrarsi nelle dinamiche del decesso. «Alla notizia che avrei dovuto celebrare il funerale di un ragazzo morto in circostanze tragiche dopo una vita di sofferenze per lui e la sua famiglia – ha detto il parroco Alfonso Di Francesco nel corso dell’omelia –, non sapevo cosa avrei potuto dire».

La bara in legno chiaro è stata salutata da un applauso e dal lancio di palloncini bianchi, su cui erano scritte frasi d’affetto: «Zio Simone, sei il nostro angelo» e «Grazie per il tempo che ci hai regalato».


L’INCHIESTA
E intanto sul fronte dell’inchiesta, aperta nei confronti di ignoti per omicidio colposo, si attende l’esito del risultati degli esami dei prelievi fatti l’altro ieri nel corso della lunga autopsia disposta dal sostituto procuratore Marika Ponziani ed eseguita dal medico legale Marco Piattelli, dell’Istituto di Medicina Legale della Asl di Chieti, dal tossicologo Fabio Savini, responsabile dell’unità operativa di Farmatossicologia di Pescara e dal cardiologo di Chieti, Marcello Caputo. Molto ruota intorno agli esami tossicologici e istologici che verranno eseguiti nei laboratori e che forniranno il quadro generale sulle condizioni di salute Di Gregorio, in particolare se abbia assunto farmaci, e se non li abbia presi dal era in cura nel Centro di salute mentale, ed era stato ricoverato nel reparto di Psichiatria. Oppure se ha assunto altre sostanze che potrebbero aver determinato il particolare stato di agitazione in cui è stato trovato domenica pomeriggio mentre danneggiava l’auto del padre prima di essere fermato con il taser dai Carabinieri e poi sedato: all’uomo sono stati prelevati campioni di sangue e urine, di altre matrici biologiche e parti di organi. Solo incrociando tutti i risultati degli esami (60 giorni è il tempo concesso ai tre medici dalla Procura per rimettere la relazione) potrà arrivare la risposta al quesito rilanciato dai familiari della vittima: «Perché Simone è morto?».
 

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