Vajont, le carte processuali restano a Belluno. Il presidente Mattarella: «Doveroso per rendere onore alle vittime»

Il processo si tenne all’Aquila per legitima suspicione. I documenti furono poi acquisiti dall’Archivio di Stato nel 2008. Nel 2009 le carte, estratte intonse dalle macerie del terremoto, furono trasferite temporaneamente in Veneto

Vajont, le carte processuali restano a Belluno. Il presidente Mattarella: «Doveroso per rendere onore alle vittime»
di Federica Farda
3 Minuti di Lettura
Venerdì 13 Ottobre 2023, 09:47

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, fa cadere le speranze dell’Archivio di Stato dell’Aquila di riavere le carte processuali del Vajont. Nel 60esimo della tragedia il capo dello Stato ha detto che devono rimanere a Belluno. «Lo ritengo non soltanto opportuno ma anche doveroso per rendere onore alle vittime e per riceverne un ammonimento per evitare nuove tragedie». Sono 252, tra faldoni e buste, che riguardano il giudizio di primo e secondo grado che si svolse nel capoluogo abruzzese a partire dal 25 novembre 1968 e che durò sino al 3 ottobre 1970. Allora il processo fu dirottato da Belluno a L’Aquila per motivi di legitima suspicione. I documenti furono poi acquisiti dall’Archivio di Stato nel 2008. Nel 2009 le carte, estratte intonse dalle macerie, furono trasferite temporaneamente a Belluno.

Ora Mattarella dichiara: «Quella documentazione era stata, necessariamente, raccolta nei luoghi del giudizio penale perché aveva allora una finalità giudiziaria. Conclusi, da tanti anni, i processi, oggi riveste una finalità di memoria e ciò che attiene alla memoria deve essere conservato vicino a dove la tragedia si è consumata». A Belluno, dunque, era un prestito. Lo ha ribadito, all’apertura della mostra “Sessant’anni dal disastro del Vajont: narrazioni e testimonianze”, il direttore dell’Archivio di Stato dell’Aquila, Marta Vittorini: «Se non ci fosse stato il terremoto quel materiale non sarebbe mai partito. Comunque, sta sempre in ufficio dello Stato che fa salva la nostra missione: la conservazione e la fruizione». A tal proposito, ora si può consultare, in sala studio dell’Archivio aquilano, tutto il materiale processuale, in versione digitale, ad eccezione dei dati sensibili. Le buste sono composte da perizie, testimonianze, indagini geologiche e sismologiche, progetti ed elaborati grafici che hanno sempre destato interesse di geologi e sismologi. «Se dovesse ritornare – confida la direttrice – occorrono 50 metri lineari per la loro conservazione».

A L’Aquila, tra il materiale autentico rimasto, da segnalare il telegramma del giorno prima della strage per sgomberare le persone dai territori, la documentazione relativa all’arredo dell’aula del processo, l’attestato di benemerenza all’aquilano Antonio Ciaffro per l’opera di soccorso nei luoghi della tragedia e la replica di parte civile dell’avvocato Antonello Lopardi nel processo d’appello. Tutto il materiale dal 24 maggio scorso è stato inserito dall’Unesco nel registro internazionale Memory of the World, a seguito di una procedura avviata congiuntamente dall’associazione Tina Merlin di Belluno, dalla Fondazione Vajont e dagli Archivi di Stato di Belluno e L’Aquila. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA