Orsi, più cibo prima del letargo: anche 20mila chilocalorie al giorno. Ecco il motivo dei blitz nei paesi

In autunno aumenta l'appetito e il peso corporeo per questo ci sono continua raid nei pollai e negli allevamenti

Orsi, più cibo prima del letargo: ecco il motivo dei blitz nei paesi
di Sonia Paglia
3 Minuti di Lettura
Martedì 31 Ottobre 2023, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 08:38

L’ autunno è un periodo importante per l’orso bruno marsicano, in quanto avviene l’iperfagia, ovvero l’aumento del consumo di cibo. L’appetito aumenta, così come il peso corporeo. Vengono accumulate le riserve per affrontare il letargo. Ogni orso, può assumere fino a 20.000 chilocalorie al giorno, nutrendosi di bacche, frutti polposi, ricchi di zuccheri facilmente convertibili in grassi e di frutta secca, ricca anche di oli e proteine, come ghiande. Per questo motivo, nell’area protetta, i plantigradi possono prendere l’abitudine di frequentare zone abitate, dove le risorse alimentari, sono facilmente reperibili e la competizione con altri simili, è minima.


Lo dimostra la loro presenza in diversi Comuni abruzzesi. Soprattutto in Alto Sangro, Valle del Sagittario, Valle Peligna e Marsica, nella Valle del Giovenco. In totale sono 12 gli esemplari di orso bruno marsicano, avvistati, nei centri abitati. Il numero, negli ultimi 10 anni, sarebbe aumentato notevolmente. Abbiamo l’esempio dell’anziana orsa Gemma, che staziona tra Scanno e Villalago. L’orsa Barbara, assidua frequentatrice della Valle Peligna. Giacomina, ghiotta delle mele del guardiaparco, che si sposta tra Villetta Barrea e Civitella Alfedena. E ancora Petra, che girovaga a Lecce nei Marsi e Licia, nel vicino Comune di Villavallelonga. Nella lista c’era anche mamma orsa Amarena, che ha perso la vita a San Benedetto dei Marsi, lasciando orfani due cuccioli, che però stanno dimostrando di saper sopravvivere egregiamente, restando uniti. Sono monitorati dagli esperti del Parco. Si spostano nei luoghi frequentati, un tempo, con la madre, alimentandosi con frutta, bacche ortaggi e galline. Si aggiungono i plantigradi senza nome. Come l’esemplare che nei giorni scorsi, è entrato nel giardino di un’abitazione a Pettorano sul Gizio, spaventando una donna, che nella corsa per raggiungere la porta di casa, è caduta a terra, procurandosi la rottura della clavicola destra.


Tuttavia tale fenomeno, come spiega lo zoologo Paolo Forconi: «Potrebbe ridursi poiché in alcune zone di montagna, sono cadute le ghiande di cerro. Infatti, già alcuni orsi, non frequentano più i paesi, come qualche settimana fa». L’ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, stila un vademecum sulle regole da seguire, per non attirare gli orsi e proteggere le nostre case. Ad esempio, rimuovere dal giardino alberi e arbusti che producono frutti appetibili, oppure raccogliere i frutti non appena sono maturi. Così come una recinzione elettrificata ben costruita e manutenuta che protegga l’ orto, il giardino e gli animali da cortile.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA