L’Aquila, il centro visto da residenti e professionisti: manca il salto di qualità

L’Aquila, il centro visto da residenti e professionisti: manca il salto di qualità
di Daniela Rosone
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Venerdì 8 Marzo 2019, 12:59
L’AQUILA - Diverse zone. Diversi modi di vivere il centro. La consapevolezza che ancora c’è tanto da fare e una necessità: fare il salto di qualità. Sono le voci di residenti e professionisti. << È un piacere vedere le attività che nascono ma immagino che sia necessario ricostruire la Polis per poter vivere la città a pieno >>. La Polis appunto. Questo è il pensiero di Chiara Mastrantonio, psicologa aquilana e residente, tornata a vivere in via Sinizzo da due anni circa, una delle prime dell’isolato e unica nel palazzo per diversi mesi. << Intorno era un cantiere aperto - racconta - mi facevano compagnia i suoni dei lavori, poi pian piano le luci intorno sono aumentate ed ho visto che i bar del centro erano il punto di incontro per chi come me aveva avuto il coraggio o il privilegio di vivere quelle strade che non attraversavo da tempo >>. Chiara vive la periferia col suo studio da psicologa e il centro come residente. Nel corso della settimana cambia tanto, fa notare, perché fino al giovedì ci sono poche persone, poi inizia la vita universitaria, le stagioni teatrali o della sinfonica e cambia anche la situazione parcheggi che diventa meno gestibile. << Purtroppo lo svago di una passeggiata o le commissioni sono ancora decentrate - prosegue - e andare in centro storico per prendere un caffè, anche per chi ci vive, è una scelta quotidiana. Credo manchi il sentire la fluidità del vivere quotidiano proprio perché i servizi diversi da quelli di svago e gli uffici, sono fuori >>. Roberta Gargano vive in Piazza della Prefettura dove ormai sono rientrati parecchi residenti. << La cosa fondamentale - rileva - è abituarsi a pensare che lì dove sono rientrate le persone deve essere una zona considerata normale con strade pulite, illuminazione, raccolta spazzatura. Le persone non chiedono grandi cose, vogliono la normalità. Se si facesse questo salto culturale sarebbe importante. Il problema della zona della Prefettura non è la ricostruzione privata che è completata per lo più ma quella pubblica, le parti pubbliche che non si ricostruiscono e poi c’è la problematica della Chiesa di San Marco >>. Per la Gargano è vero che l’amministrazione dovrebbe proporre “politiche” ma nessuno vieta anche a loro o alle associazioni di categoria di fare proposte. << Dobbiamo essere i primi attrattori e propositori - afferma - non possiamo sempre demandare >>. Alla Villa Comunale, invece, è tornata da tempo come residente Natalia Nurzia, imprenditrice aquilana che vive la duplice situazione di abitante del centro e titolare di un’attività. La zona della Villa è tutto sommato molto più vivibile rispetto ad altre più attigue alla zona rossa e le problematiche sono diverse. << Come residente manca la farmacia vicino, manca un servizio essenziale come quello delle poste ad esempio e non c’è un supermercato per trovare un po’ di tutto come prima si faceva con la Standa senza necessariamente dover prendere la macchina - racconta - quei servizi importanti insomma per chi ci abita. Manca il negozio di prossimità >>. Alla Villa comunale tanti palazzi sono stati sistemati ma i residenti sono ancora pochi. Alcuni non tornano e altri vogliono in certi casi provare a vendere gli immobili. Come commerciante Natalia Nurzia ha qualche perplessità. << Da tanti anni non si vede una strategia per il centro - conclude - questo è il dispiacere >>. Stefano Massacesi, giovane avvocato aquilano, respira il centro come professionista che ci lavora e come residente. << La difficoltà principale è la mancanza di parcheggi che rende il quotidiano difficile sia per noi che per i nostri clienti - spiega - va risolto quindi questo problema al più presto e poi per ripopolare il centro storico vanno reinserite le attività produttive, i servizi, gli uffici pubblici, negozi di diverso tipo e non solo locali per il divertimento >>. Nelle parole di Stefano Massacesi però c’è anche un pizzino di sana positività. << Certamente è da dire che le cose sono cambiate tanto in questi dieci anni dal punto di vista della ricostruzione - conclude - ci sono tanti lavori in corso e tante abitazioni restituite ai proprietari, belle fuori e sicure dentro >>.
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