Covid, morto a Pescara don Giovanni Lizza: il sacerdote degli ultimi

L'uomo era nato a Pianella il 27 dicembre del 1937

Covid, morto don Giovanni Lizza, il sacerdote degli ultimi
di Patrizia Pennella
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Domenica 30 Gennaio 2022, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 01:31

Per la sua chiesa ha lavorato fino all’ultimo giorno, con quel senso dell’impegno sociale che lo ha sempre portato a confrontarsi con le questioni più profonde della teologia e con la quotidiana umanità con la stessa intensità dell’animo. Monsignor Giovanni Lizza, 84 anni, è morto ieri nell’ospedale di Pescara, portato via dal Covid che ha inciso su un quadro clinico già con qualche difficoltà. Ma quello spirito che ha animato 58 anni di sacerdozio mai avrebbe accettato di abbandonare la sua gente: ha continuato a muoversi, ad ascoltare i fedeli e celebrare messa fino a una decina di giorni fa a esercitare con forza e sobrietà la sua missione.

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Nato a Pianella il 27 dicembre del 1937, era stato ordinato sacerdote nel giugno 1963, è stato Cappellano di SS.

Vice Cancelliere, responsabile dell'Ufficio Matrimoni e della Pastorale della famiglia. E la sua è stata una famiglia numerosa e importante: otto fratelli, tra cui lo storico vicesindaco e assessore alla cultura di Pescara Carlo Lizza e Mario, medico e docente universitario. Fine teologo, plurilaureato, monsignor Giovanni Lizza era cancelliere della Curia ed è stato professore di religione in numerosi licei ed istituti superiori di Pescara, lasciando una traccia profonda nel cuore dei suoi allievi.

Ma il tratto distintivo della sua opera pastorale è stato l’impegno sociale: fondatore a Pescara dell’Opera Nomadi ha lavorato costantemente per favorire l’integrazione sul territorio regionale, non solo pescarese, delle comunità zingare, soprattutto dei minori, sostenendone la scolarizzazione e presentando importanti progetti che prevedevano la prime figure di mediatori culturali, che hanno poi operato in Abruzzo. Per le comunità nomadi ha rappresentato un riferimento, padre spirituale e assistente religioso: nel 1990 concelebrò a Lanciano le nozze di Alexian Santino Spinelli. E’ stato Cappellano del carcere di Pescara, sacerdote di frontiera che accompagnava la sua profonda cultura con semplicità ed umiltà.

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Cappellano lo era ancora nella clinica Pierangeli, sempre con grande sensibilità verso i malati, e all’istituto Ravasco di Pescara Porta Nuova. Il senso del suo impegno lo ha raccolto nell'indagine socio-religiosa “Parrocchia suburbana". Monsignor Lizza ha guardato sempre con fiducia alle generazioni future, è stato promotore di scoutismo e assistente spirituale di generazioni di scout. Appassionato di fotografia, ha vinto numerosi premi sempre con immagini di intenso valore sociale. Nella comunità di Pescara lascia un’impronta forte, con quel suo stile di vita semplice e immediato e quel suo modo di guardare al mondo con una visione che andava sempre oltre il futuro.

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