Carcere di Sulmona: trovati micro telefoni destinati a un boss

Il carcere di Sulmona
di Patrizio Iavarone
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Giovedì 23 Luglio 2020, 01:10 - Ultimo aggiornamento: 07:00
SULMONA - Il pacco era diretto ad un boss mafioso, uno dei tanti detenuti nel carcere di massima sicurezza di Sulmona. Un pacco apparentemente innocuo, ma che tra gli effetti personali nascondeva due piccolissimi, ma efficientissimi, telefoni cellulari, della grandezza di appena sei centimetri e mezzo per due centimetri e mezzo.

Nascosti all’interno di due tubetti di schiuma da barba, talmente piccoli da non sembrare nemmeno due telefoni. E invece quei piccoli gioielli di tecnologia avrebbero permesso al detenuto di entrare facilmente in contatto con chiunque, per dare ordini, impartire direttive: mandando in pensione il tradizionale pizzino, avrebbero cioè fatto superare le restrizioni della detenzione e garantito al boss di continuare a dettare legge in “viva voce”. Il piano criminale si è però fermato ieri mattina tra le sbarre di via Lamaccio dove gli agenti di polizia penitenziaria addetti ai controlli si sono insospettiti vedendo nello scanner della posta quegli strani parallelepipedi all’interno del “buty case”.

Allo scanner è seguita quindi la verifica manuale, grazie alla quale i caschi blu hanno sventato una violazione pericolosa del regolamento carcerario, soprattutto perché relativa ad un boss di mafia. I telefoni, che non erano forniti di scheda sim, sono stati così posti sotto sequestro e l’episodio è stato segnalato alla procura della Repubblica di Sulmona che ora dovrà scoprire chi ha inviato materialmente quel pacco. Il mittente risulta essere formalmente un familiare del detenuto, ma è possibile che a studiare l’operazione sia stata l’organizzazione criminale a cui è affiliato.

Gli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Sulmona sono stati d’altronde addestrati in modo particolare nel settore dei controlli, proprio perché nell’istituto di pena risiedono quasi tutti detenuti di alta sicurezza: meno esagitati dei detenuti comuni, ma sicuramente più pericolosi. Una preparazione difficilmente sostituibile in un carcere che già sconta una forte carenza di organico e che a partire dal prossimo mese, rischia, come accade a tutte le elezioni amministrative, di svuotarsi per congedi elettorali.

Un problema che con un mese di anticipo (le liste si presenteranno il 20 agosto) è stato già sottoposto al ministero.

Patrizio Iavarone
 
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