Bimba annegata, condannata la mamma: «Non le fece mettere i braccioli»

Il Tribunale di Teramo
di Teodora Poeta
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Venerdì 31 Gennaio 2020, 09:05
Quest’anno avrebbe dovuto compiere nove anni la piccola Nicole Tonutti, ma per lei la vita si è fermata il pomeriggio del 22 giugno del 2016 in un giorno di mare a Pineto, apparentemente spensierato in vacanza con la sua mamma, Paola Perini, 40enne di Udine, ieri ritenuta l’unica responsabile della sua morte. Così ha deciso il giudice monocratico Lorenzo Prudenzano al termine di un lungo e doloroso processo per omicidio colposo in cui imputati erano proprio la mamma della bimba, condannata a 4 mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione nel casellario giudiziale) accusata di aver fatto rimanere la piccola in mare da sola, omettendo di farle indossare i braccioli galleggianti, e il bagnino dello stabilimento, Piergiacomo Secone Seconetti, 22 anni di Pineto, assolto, invece, per non aver commesso il fatto.

Dall’autopsia è emerso che il cuore di Nicole era malato, ma fino ad allora non c’erano stati ancora segnali tanto che i genitori non se n’erano ancora accorti. La piccola aveva una cardiopatia ipertrofica che le avrebbe potuto provocare un’aritmia. Ma la causa del decesso è stato l’annegamento, con il corpicino della bambina ritrovato nel tratto di mare davanti alla spiaggia libera. Per il difensore di Secone Seconetti «il grande assente è il Comune di Pineto – ha detto in aula – perché come da ordinanza balneare anche lì doveva esserci un bagnino. E forse Nicole avrebbe avuto più possibilità di salvarsi». Per l’accusa il 22enne non si trovava sulla torretta per sorvegliare l’area di mare di propria competenza, ma in dibattimento è emerso il contrario, tant’è che proprio la mamma ha dichiarato che sarebbe andato a chiamarlo in quella postazione per dare l’allarme. 
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