Badante precipitata dalle scale, il compagno assolto dopo 6 anni:«Non l'ha uccisa»

Badante precipitata dalle scale, il compagno assolto dopo 6 anni:«Non l'ha uccisa»
di Manlio Biancone
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Mercoledì 21 Giugno 2023, 08:06

Arrestato per aver ucciso la compagna facendola rotolare per le scale, l'altro giorno è stato scagionato dai giudice della Corte d'Appello per non aver commesso il fatto. A febbraio del 2018 Andrej Feru, romeno di 52 anni, fu arrestato dai carabinieri della Compagnia di Tagliocozzo con l'accusa di omicidio volontario per aver aggredito e poi ucciso Catalin Bucatarula Iuliana, romena, 38 anni, trovata senza vita il 5 novembre del 2017 in un'abitazione di Colli di Monte Bove, frazione di Carsoli, dove prestava servizio a un anziano come badante.

L'altro giorno la Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila ha assolto lo straniero con formula piena, riservandosi le motivazioni entro il 10 agosto prossimo. L'uomo è rimasto in carcere per più di un anno con la pesante accusa di omicidio volontario, ma il suo avvocato, Paolo Frani, del Foro di Avezzano, ha sempre creduto alla sua innocenza. Andrej rimase incastrato dalle tracce di sangue che lasciò sul luogo del delitto dove, secondo l'accusa, uccise la compagna dopo un violento litigio causato da un attacco di gelosia. Le tracce di sangue vennero rinvenute sul muro, dai militari di Carsoli, in collaborazione con il Ris di Roma, che stabilirono che non fossero compatibili con una caduta accidentale, ma con una violenta aggressione.

La ricostruzione della morte della donna è stata però capovolta completamente durante il processo in Corte d'Assise dell'Aquila: secondo il consulente tecnico ascoltato dalla Corte, alla luce dei verbali di sopralluogo, della documentazione sanitaria, della relazione medico legale di Cristian D'Ovidio, consulente del pm, della relazione del dottor Marco lezzi, consulente della difesa, e della relazione tecnico-biologico redatta dal tenente colonnello Andrea Berti, «la morte di Iuliana è ascrivibile a insufficienza multiorgano ed emorragia da rottura di milza, trauma cranico, emorragia intracranica e subdurale ed edema cerebrale».

I giudici della Corte, nel 2019, emisero la sentenza di assoluzione per lo straniero con formula piena disponendone l'immediata scarcerazione dopo oltre un anno di carcere.

Ma la procura generale decise di opporsi alla sentenza e ieri la Corte d'Assise d'Appello ha confermato l'assoluzione per lo straniero. Il Ctu, Adriano Tagliabracci, nella sua relazione, ha ribadito che si tratta di una morte avvenuta a causa della caduta da una rampa di scale all'interno della sua abitazione. Secondo il tecnico, inoltre, «parte delle lesioni riscontrate sulla vittima è stata causata dal trauma riportato nell'incidente stradale» avvenuto poco prima del rientro in casa. Le altre lesioni riscontrate, infine, sempre secondo il Ctu, sono state riportate «a seguito di caduta dalle scale, compatibili con dinamica accidentale». Soddisfatto il suo legale Paolo Frani che non ha voluto commentare la sentenza del giudici in attesa delle motivazioni finali. «Sono però contento per il mio assistito» ha dichiarato.

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