Roma, postino ruba quintali di lettere: scoperto e denunciato

Roma, postino ruba quintali di lettere: scoperto e denunciato
di Laura Bogliolo
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Mercoledì 21 Maggio 2014, 09:07
Chiss che effetto far vedersi recapitare dopo due anni una ricevuta di ritorno di una raccomandata che certificava il pagamento della rata di un acquisto importante. O leggere quella lettera d’amore mai arrivata che avrebbe potuto cambiare il destino di due persone.



Arriveranno nei prossimi giorni quasi quattromila tra lettere, raccomandate, ma anche riviste e giornali mai recapitati nelle case di migliaia di romani nelle zone Ostiense, San Paolo, Trastevere, Monteverde e una parte dell’Eur. Erano rimaste nell’auto di un portalettere del centro di smistamento Ostiense di viale Fernando Baldelli. L’uomo, dipendente delle Poste, 42 anni, romanissimo, dal 2012 non consegnava la corrispondenza ma la accatastava nella sua auto, un furgoncino Peugeot.



Quintali di plichi accumulati negli anni che il postino infedele aveva deciso di bruciare. «Le lettere erano diventate troppe - ha detto agli investigatori - le avrei bruciate». Il postino è stato scoperto per caso lunedì notte, alle 2, quando è stato fermato in piazza di Porta Maggiore angolo via Statilia durante un semplice controllo dai militari in servizio di pattuglia insieme ai carabinieri dell’8° Reggimento Lazio. Forse è stato bloccato proprio nella notte in cui aveva deciso di sbarazzarsi della posta, nell’ultimo viaggio di quelle lettere che avrebbe distrutto in un grande falò chissà dove per eliminare ogni traccia del suo comportamento assurdo.



L’INFEDELE

«È la mia posta, è solo la mia posta che si è accumulata» ha detto l’uomo ai carabinieri, insospettiti dai quintali di lettere e riviste trovate all’interno del furgoncino di proprietà del postino. I militari hanno proceduto con i controlli, verificato che quell’uomo, incensurato, era un portalettere. È stato quindi denunciato dalla Compagnia Roma Piazza Dante, diretta dal capitano Ivan Riccio, con l’accusa di peculato, violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza.



Il dipendente delle Poste aveva inizialmente omesso la sua professione ai carabinieri e aveva tentato di far credere che quelle lettere ammassate fossero tutte arrivati a lui. Nel retro dell’auto c’erano 836 plichi, tra posta ordinaria e raccomandate, 1000 quotidiani e 2000 riviste in abbonamento che sono state recuperate e riconsegnate al responsabile dell’ufficio postale.



C’erano anche ricevute di ritorno, materiale sensibile e tanti quotidiani e riviste di carattere storico, militare e religioso. Il postino ogni mattina sarebbe dovuto partire dal centro di smistamento Roma Ostiense di viale Fernando Baldelli per recapitare la posta in diverse zone di Roma. Ma anziché consegnare il materiale se lo teneva tutto per sè e lo nascondeva nell’auto. «Materiale che dovevo bruciare, distruggere, era diventato troppo e non sapevo più dove metterlo», ha confessato l’uomo ai militari. Secondo gli investigatori il postino potrebbe già in passato aver accumulato quintali di corrispondenza che poi avrebbe distrutto. Ieri nel centro di via Baldelli c’era un grande silenzio. I colleghi del postino infedele scuotevano la testa e ripetevano: «Non siamo autorizzati a rilasciare dichiarazioni».



LICENZIAMENTO

Il portalettere per anni ha preferito non consegnare la posta semplicemente per pigrizia. Il postino, ormai, non suonava più in diverse aree della città: i quartieri più colpiti sono Ostiense e San Paolo, proprio l’area dove sono dislocati gli uffici del centro di smistamento. Le indagini dei carabinieri proseguiranno nei prossimi giorni per accertare se l’uomo anche in passato abbia nascosto lettere, raccomandate e bollette. Poste italiane, intanto, assicura che la corrispondenza ritrovata sarà regolarmente spedita ai destinatari in tempi brevissimi. Il postino infedele sarà sottoposto anche a indagini interne che potrebbero portare al licenziamento. Si dovrà anche chiarire dove andava ogni mattina il portalettere, come trascorreva la giornata di lavoro. Niente a che vedere con il capo dell’ufficio postale di una cittadina del Michigan: ha deciso di recapitare una lettera arrivata dopo 69 anni, spedita da una base dell’Esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale.



laura.bogliolo@ilmessaggero.it
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