«La situazione nel Viterbese è seria. Redditi bassi e crescita dell'inflazione significano solo una cosa: aumento nel breve del numero di famiglie in difficoltà e più disuguaglianza sociale». Dipinge un futuro a tinte scure il segretario provinciale Uil, Giancarlo Turchetti, per il quale il tempo delle promesse è finito da un pezzo. L'ultimo rapporto dell'Osservatorio Job-Pricing, che analizza e valorizza le differenze retributive tra le varie province italiane, piazza la Tuscia in terza fascia, tra le realtà dove a parità di ore e di mansione, il lavoro è meno retribuito.
Uno standard da province del Sud che non sorprende Turchetti: «Sono dati che ci aspettavamo, dietro i quali si nascondono tutte le difficoltà della Tuscia. Non era allarmismo quello della Uil, quando parlava di una situazione sociale in peggioramento e di fasce crescenti di lavoratori che faticavano ad arrivare a fine mese. Questa ne è un'ulteriore prova. Il governo è stato miope». Il riferimento più vicino è all'ultima manovra finanziaria, con il ritocco dell'Irpef che, nell'intenzione del legislatore, ha lo scopo di comprimere gli scaglioni e ridurre le aliquote di quelli medio-bassi.
«Serviva più coraggio continua Turchetti - per intervenire con maggiore forza sul cuneo fiscale: sarebbe stato il modo più rapido per appesantire le buste paga. Il governo ha scelto una strada diversa da quella prospettata dai sindacati.
Accantonata, per ora, la possibilità di vedere entrare la Tuscia nell'area di crisi complessa («perché succeda precisa Turchetti devono prima cambiare i parametri d'ingresso»), lo sforzo per il rilancio passa da un nuovo patto sociale che valuti le esigenze delle imprese e quelle dei lavoratori. «I più penalizzati dalla mancanza di lavoro, come ci dicono i rapporti dell'Istat, sono i giovani. Ma soffrono anche le famiglie conclude Turchetti - e i dati che vedono al rialzo l'occupazione vanno interpretati. Pensiamo al bonus 110% e 90%: nel giro di un anno la richiesta è stata talmente alta che l'edilizia è tornata a correre. Ci sono nuove assunzioni, ma parliamo di contratti che hanno un limite temporale, quando finirà l'effetto che fine faranno i lavoratori? La vera ricchezza si genera con il lavoro stabile e al momento ce n'è troppo poco».