Istat, la Tuscia si svuota: in 7 anni persi 12mila residenti. Piccoli comuni a rischio estinzione

Istat, la Tuscia si svuota: in 7 anni persi 12mila residenti. Piccoli comuni a rischio estinzione
di Luca Telli
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Domenica 28 Febbraio 2021, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 15:50

La Tuscia si svuota. Secondo l’Istat sono 309.795 i residenti totali nel 2020. Un calo di 2000 unità rispetto al primo gennaio dell’anno precedente, quando il conto dei censiti si era attestato a 311.761. Numeri in linea con il trend di spopolamento delle provincie verso le città, ma che destano preoccupazione se confrontati con quelli dell’ultimo decennio e lasciano il ritratto di una provincia in difficoltà.

Scivolando indietro infatti, si registra una crescita dal 2012 al 2014 (anno di picco con 322,195), poi una progressiva discesa, prima fragile poi verticale dal 2018 (318,205) con un perdita netta di quasi diecimila unità nel biennio successivo. Insieme allo spopolamento diminuisce il numero degli under 14 (36,699 contro i 37,515 del 2019 e i 40,367 del 2014) sale, di contro l’età media cresciuta di 0,2 punti a 46,8 (quattro anni in più rispetto a venti anni prima, nel 2002 era di 43,4) e il numero di over 65 oggi 75,426 in costante crescita dall’inizio del decennio quando erano 67,782.

Due processi, spopolamento ed invecchiamento, strettamente collegati tra loro. Da una parte, l’emigrazione intensa riduce la numerosità della componente giovanile della popolazione. Dall’altra, i giovani adulti tendono ad emigrare maggiormente proprio da contesti molto invecchiati, in cui le possibilità economiche e sociali risultano più scarse.

Pochi, e con crescite minime nell’ordine delle decine di unità, i segni verdi nella Tuscia.

Tra i 62 comuni infatti in positivo solo Bassano in Teverina , Canepina, Vitorchiano, Nepi e Monterosi che si conferma per il secondo anno comune in crescita spinto anche dalla maggiore affluenza dal bacino romano. Pressoché stabile invece l’andamento nelle città più popolose. Da Civita Castellana a Montefiascone, Ronciglione e Viterbo dove il dato va analizzato su due livelli, quello della città e quello delle frazioni. Il centro cittadino continua nel suo progressivo spopolamento iniziato nell’ultimo decennio a causa di problematiche logistiche e servizi scadenti, mentre cresce il numero di chi sceglie le aree periferiche e le frazioni di La Quercia e Bagnaia.

Stabile anche il mare, con Tarquinia e Montalto di Castro che registrano flessioni minime. A soffrire di più sono soprattutto i piccoli comuni, quelli al di sotto delle 1000 unità che rischiano di scompare. Tessannano, con i suoi 306 abitanti, è il paese meno popolato della Tuscia. Tiene Onano. Soffrono Proceno, sceso da 559 e 529 unità, e Latera scesa sotto gli 800 residenti (795 da 809). Non va meglio per Gallese, Gradoli, Faleria, Cellere e Arlena di Castro. Cinque dei centri che hanno accusato la flessione maggiore. Per il primo il passaggio è stato da 2.760 a 2699, il secondo da 1.311 a 1285, il terzo da 2098 a 2043, il quarto da 1139 a 1094 l’ultimo da 854 a 817. Neppure tra i piccoli comuni mancano le eccezioni, è il caso di Lubriano che, insieme ai suoi 889 abitanti contro 891 resiste.

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