Elicottero caduto, a Montefiascone
l'ultimo saluto al capitano Paolo Lozzi

Elicottero caduto, a Montefiascone l'ultimo saluto al capitano Paolo Lozzi
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Domenica 26 Gennaio 2014, 20:33 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 01:43
VITERBO - Stretti, tutti stipati all’interno di Santa Margherita; chi non ce l’ha fatta a entrare, s’ accalcato sull’uscio. E poi nel piazzale.

Ore 15,30: è l’addio, l’ultimo saluto in forma privata della sua città, a Paolo Lozzi, il capitano dell’Aves morto con il generale Giangiacomo Calligaris nello schianto di un elicottero militare nelle campagne di Tuscania. C’è dolore. La bara portata a spalla dagli amici ha appena lasciato la camera ardente nella sala consiliare per varcare l’ingresso della basilica. C’è dolore, commozione. Ad attenderla, don Giuseppe, il parroco delle Mosse, la frazione in cui Paolo era cresciuto e che lo tenne a battesimo. Alfa e omega.



«Certe morti sembrano assurde - dirà nell’omelia facendo leva sul significato della resurrezione - e si possono superare solo con la fede». E lascia un rosario appartenuto a papa Paolo II sul feretro: «Sarà per voi il segno della fede».



Sulla bara c’è il tricolore. Mamma Arianna indossa il basco blu dell’Aviazione, il gemello Andrea e la fidanzata Martina, la mimetica con sopra il nome di Paolo. Con loro, papà Roberto. È Andrea che ricorda i tanti momenti vissuti col fratello: «La prima cosa che hai fatto quando sono entrato nella tua nuova casa, è stata dirmi che avevi lasciato una stanza tutta per me».



In quell’appartamentino Paolo doveva andarci a vivere con Martina, che è straziata e lascia che sia un’amica a leggere per lei: «Avevamo deciso, sarebbe cominciata la nostra vita insieme». I familiari, in grande compostezza e dignità, ringraziano l’Esercito («la nostra seconda famiglia») e tutti coloro che hanno mostrato affetto e solidarietà «straordinari».



Campeggia lo stemma del Comune, ci sono il sindaco Luciano Cimarello, il suo vice Fernando Fumagalli e l’amministrazione; i carabinieri, i volontari dell’Asvom e quelli dell’Avis (a cui è andata la raccolta delle offerte). E poi quelli del Montefiascone Calcio, la sua seconda passione dopo volare. Con loro aveva giocato nella Juniores. E ogni domenica sapere il risultato della squadra falisca era per lui al primo posto. O meglio, se la batteva con la Lazio, di cui era tifosissimo. L’unico in famiglia: la sola divisione con Andrea.



E ora sono tanti gli attestati di affetto che arrivano per Paolo dal pianeta calcio falisco. La home page del team è listato a lutto. Mister Gianni Cremarossa gli ha dedicato l’ultima vittoria. «Questa è una vera e propria tragedia - dice Federico ex compagno di Lozzi alla Juniores - Paolo era un ragazzo solare che amava la vita e noi abbiamo perso molto di più che un amico».
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