Nel dibattimento davanti al tribunale di Viterbo si sono costituiti parte civile i genitori e il fratello del medico in servizio all'ospedale di Belcolle, trovato morto nella sua casa nel 2004. Le indagini hanno portato a escludere, come ritiene la famiglia, che Manca sia morto per mano della mafia - avrebbe aiutato il boss Provenzano a curarsi durante la latitanza - ma per una overdose. Da qui il processo alla presunta fornitrice della dose letale.
I familiari sono assistiti dall'ex pm di Palermo, l'avvocato Antonio Ingroia.
Visibilmente scossa la madre, Angela Gentile, presente in aula con il figlio. A Ingroia, che ha fatto notare come questo caso attenda da 10 anni, il giudice Eugenio Turco, noto per la sua sensibilit nei confronti delle parti civili, ha fatto notare: "Io l'ho in carico da oggi". Inevitabile per il rinvio a dopo l'estate.
Per l'ammissione delle prove nel processo bisogner aspettare il 23 ottobre.
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