Da Pescia Romana a Tarquinia lo spettacolo è desolante: stabilimenti chiusi, transenne che bloccano l’accesso alle spiagge e arenili che portano ancora le ferite delle mareggiate invernali. Immagini che si incupiscono ulteriormente quando l’occhio scorre il calendario e scopre la data: quella che, tradizionalmente, segnava l’inizio della stagione. «E invece è tutto fermo», commenta il sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi. Che poi aggiunge: «Ma dall’immobilismo dobbiamo uscire altrimenti sono guai».
Nessuna fretta convulsa o abbassamento dei toni: «Contro il virus, l’attenzione resta altissima – continua – ma iniziamo a pensare anche alle imprese e alle famiglie, oltre che a un territorio, che vivono di turismo. Alla Regione chiederò di usare il buon senso: Tarquinia sta reggendo bene all’epidemia, come tutto la provincia del resto. Il numero di contagi è basso da giorni e può, quindi, suggerire di iniziare a mettere qualche piccolo tassello».
La forbice entro la quale la stagione dovrebbe muovere i primi passi è compresa tra il 18 maggio e il primo giugno. I dubbi, tutti per le regole che dovranno essere messe in pratica per garantire sicurezza e piena fruibilità delle spiagge, comprese quelle libere, il rebus intorno alle quali non è stato ancora sciolto. Da Montalto di Castro, silenzio. Da Tarquinia, l’idea che prende corpo è quella della creazione di una cooperativa ad hoc per il controllo delle zone libere. Per gli stabilimenti, novità sono attese a breve, una rappresentanza avrà una videoconferenza di confronto con la Regione il 7 maggio.
Il vademecum, per ora, prevede 8 punti programmatici: dagli ingressi contingentati, alla prenotazione, ai distributori di gel igienizzante per le mani all'ingresso, fino alla sanificazione per sdraio, lettini e ombrelloni nel corso della giornata e dopo l’utilizzo da parte del cliente.
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