Viterbo e l'abbandono del centro storico, Confimprese: «Agire subito o rischio tracollo»

Viterbo e l'abbandono del centro storico, Confimprese: «Agire subito o rischio tracollo»
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Venerdì 23 Ottobre 2020, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 11:27

Per le imprese del centro storico sarà un autunno di paura. Il ‘lockdown mascherato’, come lo definisce il segretario di Confimprese Giancarlo Bandini, ha già iniziato a colpire duro a 15 giorni dall’esplosione dei casi in provincia. Il rischio, quello di un effetto domino con conseguenze durissime.

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 «Il calo nelle ultime due settimane è stato netto, neppure il weekend ha garantito quel passaggio e quei numeri che ci si potrebbe aspettare.

Senza interventi rischiamo una crisi peggiore di quelle del 2008 e del 2012 – continua Bandini -. Da mesi chiediamo un cambio di marcia ma per ora si è rimasto a guardare».

Possibili chiusure e locali sfitti pronti a tradursi nel medio periodo in un calo occupazionale tale da mandare in sofferenza decine famiglie e assumere, subito dopo, i connotati di una vera e propria emergenza sociale. Così nonostante lo stop selettivo ai licenziamenti e la doppia proroga della cassa integrazione per l’emergenza Covid-19 ipotizzata dal governo per assicurare, da una parte, la copertura fino al prossimo 31 dicembre alle aziende che hanno esaurito la Cig, dall’altra per proseguire nel 2021 almeno fino a marzo.

Le preoccupazioni maggiori i negozi di abbigliamento con il settore cerimonie a pagare lo scotto più pesante e solo quattro mesi, tra luglio e la prima settimana di ottobre, per rilanciarsi.

Poi per la ristorazione che ha esaurito il cassetto estivo e ora scricchiola in maniera preoccupante.  «Bar e ristoranti corrono su un binario morto. La chiusura anticipata, poi, è una mannaia per le imprese – continua Bandini -. L’unica via per salvare il centro, una volta spento l’incendio della pandemia, è ridisegnarlo».

La direzione imboccata, secondo Bandini, non è la migliore. Lo testimonia la fuga dei residenti, sempre meno quelli che scelgono di vivere all’interno delle mura per scarsità di servizi e incuria, e il basso appeal commerciale: con un ricambio sotto il rapporto ben al di sotto dell' 1:1 e l’esempio di Via Saffi su tutti.

 «La politica deve essere mirata: investimenti che puntano alla riqualificazione della zona, agli sgravi fiscali per commercianti e interventi sui canoni di locazione», continua. Il dito, il segretario di Confimprese, trona a puntarlo contro la costruzione dell’area commerciale a Nord della città. «La dimostrazione migliore di come ci sia scarso interesse per il centro – conclude -. Quando la macchina entrerà a pieno regime per i piccoli commercianti sarà ancora più difficile arrivare a fine mese». Con la curva dei contagi in netto peggioramento e ulteriori restrizioni da non escludere, oltre quelle decise dal governatore Zingaretti per la mezzanotte di oggi, il mare è sempre più mosso.

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