Settantanove anni dai bombardamenti del 1944: le cerimonie per ricordare e commemorare le vittine

Viterbo: i bombardamenti del 1944
di Carlo Maria Ponzi
2 Minuti di Lettura
Martedì 17 Gennaio 2023, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 11:13

Martedì 17 gennaio: a 79 anni dal più furioso bombardamento degli alleati sul capoluogo, la città ricorda e commemora le vittime.  Dalle ore 9.30 alle ore 12, nella Sala Regia di Palazzo dei Priori, si terrà la cerimonia con le proiezioni di immagini storiche del bombardamento del 1944, racconti e testimonianze. Alle ore 11, nella Basilica di San Francesco, celebrazione Eucaristica; a seguire la deposizione di corone commemorative alla lapide esterna la chiesa e al cippo di piazzale Gramsci che ricorda tre cittadini, trucidati dai nazisti in ritirata.

Lunedì 17 gennaio 1944: sulla città si abbatte l'inferno, provocato dalle incursioni aree degli anglo-americani nell’Alto Lazio a copertura dello sbarco di Anzio. Alle ore 13,15,  due squadriglie di “Liberator” sganciarono al suolo oltre 90 tonnellate di bombe. L’effetto fu devastante: furono danneggiate Porta Fiorentina, le linee della Roma-Nord e l’autostazione dei bus “Garbini”, nei pressi di Porta Murata, dove erano in attesa dei mezzi molti pendolari dei centri della Tuscia viterbese.

I bombardamenti continuarono, a fasi alterne, fino a giugno.

Il 26 maggio, quattro attacchi con bombe di grosso calibro sbriciolarono Porta Romana, le chiese di San Sisto, di Santa Maria in Gradi, delle Fortezze, San Francesco alla Rocca, sant’Andrea a Pianoscarano, San Giovanni Zoccoli. Per non parlare di Santa Maria della Verità, ove il risucchio d'aria, prodotto dalle bombe che avevano abbattuto la facciata della chiesa, provocò il distacco di parte degli affreschi della Cappella Mazzatosta dipinti nel 1469 da Lorenzo da Viterbo.

 Il 7 giugno del ’44 l’ultimo bombardamento. Due giorni dopo, la liberazione. Presero possesso del palazzo della prefettura, in nome e per conto del governo militare alleato, il capitano inglese John Kane e il sergente italo-americano Antony Lancione. Nei giorni seguenti si stilò il tragico esito dell’ultimo anno di guerra: oltre 1.000 vittime, circa 1.000 le abitazioni civile distrutte o gravemente danneggiate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA