Una città piena di ostacoli per i disabili. “Ma pure per le mamme con i passeggini, le persone anziane e chi ha problemi di salute”. Lo dice lo studio “Viterbo accessibile” presentato nei giorni scorsi dal dipartimento di pianificazione, design e tecnologia dell’Università La Sapienza di Roma. Non se la passano bene neanche i turisti, al Sacrario si vedono spesso comitive in seria difficoltà a causa dell’asfalto sollevato dai pini.
Dalla singola barriera al marciapiede sconnesso o sotto norma, dalla rampa troppo ripida o assente all’aiuola sporgente, fino alla segnaletica verticale che crea intralcio e “spesso addirittura in contrasto con i segnali di attraversamento pedonale”. Partendo dall’analisi di situazioni reali, i ricercatori della Sapienza insieme ai volontari dell’Aism (associazione italiana sclerosi multipla) hanno mappato tutte le principali problematiche di accessibilità del capoluogo. Una ricerca partita nel 2017 sotto la passata amministrazione e proseguita sotto quella attuale. Utile per sapere dove intervenire.
“Per una persona con disabilità piazza Fontana Grande è inaccessibile a causa dei lastroni”. A spiegarlo Vito Di Noto, presidente Aism Viterbo (associazione italiana sclerosi multipla). “Io stesso sono stato soccorso da una persona perché stavo cadendo per andare a ritirare la carta d’identità all’Anagrafe”. “Per le ruote delle carrozzine o dei passeggini il basolato rappresenta un problema incontrovertibile”, ha confermato il professor Maurizio Errigo, analizzando la questione dal punto di vista tecnico.
Dal sopralluogo in centro è emerso “che in via Cavour i marciapiedi sono sotto norma, dovrebbe avere una larghezza di 150 centimetri, invece siamo a 90. Lo spazio è ridotto ulteriormente dai cassonetti della raccolta differenziata, dall’arredo urbano posto dal Comune qualche anno fa e dal parcheggio delle auto ravvicinato”.
Da piazza Fontana Grande, dirigendosi verso piazza del Comune, “l’utente non ha la rampa per il marciapiede ed è costretto a camminare sulla carreggiata, lungo una strada ad alto flusso veicolare.
In piazza Crispi, davanti al museo civico, “c’è una rampa per l’attraversamento pedonale al termine della quale è stato posto un cartellone pubblicitario”. Segnaletica verticale, aiuola e albero. “Qui avrebbe difficoltà a passare una persona normodotata, immaginate una persona con problematiche specifiche”.
Marciapiedi troppo stretti anche in via Cattaneo, strada adibita al passaggio degli studenti: “In alcune sezioni su 12-13 metri di larghezza, abbiamo 60 centimetri di marciapiede per lato e oltretutto in alcuni tratti la segnaletica verticale riduce ulteriormente lo spazio, inducendoci anche qui a occupare la carreggiata”. La Sapienza ha presentato una proposta che ridisegna completamente l’area. Un’altra soluzione può venire dal progetto strade scolastiche, che a Viterbo ha iniziato a muovere i primi passi da poco. “A Milano ne hanno fatte 27, quindi forse è il momento giusto per attuarlo”.
Molte barriere architettoniche a Porta Romana: lo scivolo sul lato opposto della stazione è ostacolato da un lampione; all’incrocio tra viale Diaz e via Romiti, invece, di scivolo ce ne è solo uno e quello esistente andrebbe riposizionato. Manca invece l’attraversamento pedonale tra via delle Fortezze e via Diaz.
Lo studio ha verificato anche l’accessibilità di negozi e ristoranti. Tra piazza del Plebiscito a piazza Verdi solo 4 esercizi commerciali presentano un accesso facile, 91 invece potrebbero essere resi accessibili con interventi minimi, per 14 invece non c’è niente da fare. Un po’ meglio in via Mazzini: su 35 negozi, nove hanno ottenuto cartellino verde, 14 giallo e i restanti rosso.
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