La donna, ora in pensione, aveva lavorato come dipendente del ministero della Pubblica istruzione. Il padre, un maresciallo maggiore dell'esercito, era di Capranica. La madre, invece, era originaria di Amatrice. Grazia, anzi Graziella come la chiamavano, tutti i fine settimana raggiungeva la casa paterna per portare i fiori sulla tomba di famiglia e salutare i parenti. Tra loro, proprio Zanganella, tra i primi a sapere della sua scomparsa. "Ha fatto una brutta morte – dice – non se la meritava. Era una bravissima persona, con la quale era piacevole trascorrere del tempo. Parlavamo, anzi discutevamo persino di calcio, io tifoso della Roma e lei della Lazio".
Il sindaco, intanto, pensa a come rendersi utile. "Con la fabbrica di cioccolata Cimina Dolciaria, proprio grazie all'interessamento di Palombini, avremmo dovuto essere ad Amatrice lo scorso weekend con uno stand. All'indomani del terremoto – racconta Cappelli – lo abbiamo chiamato, chiedendo cosa servisse lì e siamo partiti. Ora vorremmo fare qualcosa per la scuola Capranica di Amatrice: il caso dell'omonimia ci ha fatto pensare a realizzare un gemellaggio".
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