Talete, si sono dimessi tutti. Rebus su nuova governance: cda politico o supermanager

Talete, si sono dimessi tutti. Rebus su nuova governance: cda politico o supermanager
di Massimo Chiaravalli
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Venerdì 15 Gennaio 2021, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 12:42

Il cda non c’è più. Dopo Antonella Stella (FdI), ieri mattina si è dimesso anche Giuseppe Fraticelli (Forza Italia), mentre in serata è stata la volta del presidente Andrea Bossola. Talete: e adesso che succede? Entro 45 giorni si dovrà formare una nuova governance e il tema sul tavolo è anche quale forma dovrà avere. E infatti la prossima settimana ci sarà un comitato ristretto dei sindaci che dovrà affrontare questo e altri argomenti.

Il presidente della Provincia Pietro Nocchi ha saputo del secondo addio in seno al cda intorno all’una di notte, ieri mattina in assemblea non ha potuto quindi fare altro che prendere atto della situazione e rimandare la votazione sull’adeguamento tariffario.

C’erano circa 25 sindaci, in rappresentanza di oltre 120 mila persone. «La nuova governance – dice - può essere un cda o un amministratore unico. Ci siamo proposti come soci di incontrarci il prima possibile con un gruppo ristretto di sindaci, magari quelli più rappresentativi come popolazione e quote societarie, per fare delle valutazioni sulle prossime dead line».

Oltre ai 45 giorni per ridare una testa a Talete «ci sono anche i 30 per l’approvazione delle tariffe, che scadevano il 31 dicembre. Ho chiesto al comitato tecnico dell’Ega un cronoprogramma ben definito da sottoporre ai sindaci». Il nuovo cda dovrà poi valutare l’attuale piano industriale, oltre a quello tariffario, «per valutare se c’è la possibilità di revisionare le tariffe e capire insieme ai soci i passi successivi. La speranza è che ci sia un cambio di passo». I Comuni soci sono 59, ma quelli che hanno ceduto il servizio sono solo una trentina. Cda tecnico o politico per Nocchi? «In una prima fase potrebbe essere politico, in grado di recepire le indicazioni dei soci – continua - per poi traghettare la società verso un amministratore unico scelto attraverso un avviso pubblico».

Il sindaco Giovanni Arena non è in linea: «I tecnici ci sono già – spiega - ma su alcune situazioni non hanno soddisfatto in pieno. Preferirei una via di mezzo: le forze politiche possono indicare gente che ha avuto esperienza nel settore e che lavori a stretto contatto con i sindaci, in modo che non ci siano contrapposizioni». Da rivedere pure la comunicazione, perché «oggi la gente sente Talete e salta dalla sedia».

Tornando al tema aumento delle tariffe, «questo è solo una piccola parte di una situazione generale, che nel corso degli anni si è sempre appesantita. Non si può far ricadere tutto su tale punto, ma ci si deve impegnare a rendere più snella tutta la gestione, anche a livello informatico». Soprattutto però serve, secondo Arena, un nuovo piano economico finanziario. «Quello attuale si regge sui 40 milioni di Arera, che sono virtuali e sappiamo benissimo che non arriveranno. Era stato infatti chiesto l’aumento della tariffa e l’entrata dei Comuni. Il nuovo cda – conclude - deve presentare un piano più credibile, anche se c’è il rischio che chieda ancora il ritocco all’insù. Far fallire Talete? Presta un servizio vitale, non possiamo farne a meno».

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