L’uomo dovrà anche risarcire la vittima, parte civile nel processo, con una provvisionale di 10mila euro. A raccontare i dettagli dell’agguato è stata la vittima durante il processo. «Ero al binario 1 e stavo andato verso i bagni, che si trovano infondo a un lungo corridoio. Quella sera non c’era nessuno - spiega davanti al collegio del Tribunale di Viterbo -, così sono entrata e mi sono chiusa dentro. A un certo punto ho sentito muovere la maniglia, ho pensato fosse una donna. Quando ho aperto ho visto davanti a me un uomo che mi ha subito spinto di nuovo dentro il bagno e ha chiuso a chiave la porta. Ho iniziato a urlare, ma lui mi picchiava in testa. Aveva i pantaloni aperti e i genitali fuori. Non sapevo cosa fare, continuato a gridare aiuto ma non c’era nessuno. Ho capito che se volevo uscirne dove farlo da sola. Così l’ho colpito forte nelle parti intime, lui ha gridato e io sono riuscita a uscire da quel bagno». La vittima subito fuori è stata soccorsa da personale della stazione e portata negli uffici, mentre venivano avvisati gli agenti della polizia ferroviaria. «Mentre venivo accompagnata - ha detto ancora la donna - l’ho visto uscire dal bagno come se non fosse successo nulla. Si era ricomposto e se ne stava andando. Sorrideva mentre io era sotto shock». Caciotosto è stato fermato e arrestato nel piazzale della stazione mentre tentava di fuggire. Ieri pomeriggio il suo avvocato ha giocato la carta della perizia psichiatrica. Prima della discussione è stato chiamato a testimoniare il consulente della difesa che ha spiegato che l’imputato soffre di intossicazione alcolica cronica. Motivo per cui, secondo la difesa, sarebbe servita una perizia per accertare la capacità di stare a giudizio del suo assistito, chiedendone poi anche l’assoluzione. Il collegio, presieduto dalla giudice Daniela Rispoli, ha rigettato la richiesta non sussistendone i presupposti. Le motivazioni della sentenza arriveranno tra 90 giorni.
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