Serie sul Decameron, è di nuovo il medioevo con il set di Netflix

Serie sul Decameron, è di nuovo il medioevo con il set di Netflix
di Cesare Bonifazi
4 Minuti di Lettura
Giovedì 25 Gennaio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 19:05

Ore sei del mattino: tutti convocati. Viterbo ancora sonnecchia ma nella zona del centro storico medievale è un brulichio di camion, furgoni e attrezzature che vengono smontate e rimontate in piazza San Pellegrino. Scenografi, cameraman, addetti alle luci, tutti lavorano per rispettare l’orario del primo ciak e dare gli ultimi ritocchi alle scene. Si gira la serie Netflix sul Decameron. Di nuovo. Già, perché il set del colosso di streaming americano era già arrivato l’anno scorso, intorno a febbraio, per fare le riprese più importanti della stessa produzione. Ma il caso ha voluto che solamente quest’estate, in fase di montaggio, la produzione abbia deciso che erano necessarie delle inquadrature aggiuntive. Da lì è ripartita la macchina dell’organizzazione viterbese che è riuscita a accogliere nuovamente la troupe. Viterbo di nuovo sullo schermo, anche se quello piccolo. Il capoluogo della Tuscia è diventato infatti una città del XIV secolo, come era accaduto pochi mesi fa con le riprese di In the Hand of Dante, del regista Julian Schnabel e con la produzione di Martin Scorsese. Anche se in quel caso il XII.

LE RIPRESE
Già dalla mattina le comparse si aggirano per la piazza allestita per le riprese. Ci sono i banchi della frutta appositamente annerita dagli scenografi. I drappi strappati penzolano dalle finestre che sono state coperte da pannelli di legno che riproducono gli antichi infissi. Il clima è proprio da “Peste Nera”, quello che poteva presentarsi davanti agli occhi di un adulto Giovanni Boccaccio che, poco più che trentenne, scrisse la sua raccolta di novelle tra il 1349 (anno successivo all’epidemia in Europa) e il 1353. I figuranti hanno i piedi anneriti dal trucco e sul volto la riproduzione fedele dei segni dei bubboni della malattia, le vesti sono logorate ad arte. Si appoggiano sulle scalette di un’abitazione di piazza San Pellegrino e scattano selfie da inviare ai parenti e agli amici. Di tanto in tanto qualche curioso tenta di affacciarsi sul set ma viene prontamente fermato dal personale della sicurezza: «Ci dispiace ma non si può entrare». Solo pochi riescono a varcare di nascosto quello che sembra il portale di curiosa “macchina del tempo” che riesce ad accostare l’antichità medievale all’iper-tecnologia delle macchine da presa.

Arriva il momento di girare. «Fate silenzio», si sente urlare da dietro a un pannello bianco utilizzato per rifrangere la luce.

E su tutta l’area tutti ammutoliscono. «Motore!». Le riprese hanno inizio. Alcune comparse sono a terra: devono fingersi morte per la malattia. Ai lati del set montagnole di legni e terra riproducono lo sterco di animale ammucchiato.

«Stop! Pausa di cinque minuti». In piazza San Carluccio uno stand è pronto a offrire un caffè caldo e una brioche ai membri della produzione. Nelle pause tra una registrazione e l’altra arrivano i truccatori che danno ritocchi agli attori. Le star? Quelle non ci sono.

LA CITTÀ
Non tutti i viterbesi sono contenti di questa invasione sotto casa. In particolare coloro che, in barba ai divieti alla viabilità imposti dall’ordinanza comunale, hanno deciso comunque di parcheggiare proprio all’interno della scenografia. Sono cinque le sanzioni spiccate dalla polizia municipale nella prima mattina di ieri per il divieto di sosta non rispettato. Ma di sicuro la gran parte dei viterbesi non ha di che lamentarsi: oltre al fatto che la città ha dimostrato nuovamente di accogliere produzioni di grande livello, c’è anche un buon livello di indotto. Sono tre infatti gli alberghi cittadini che sono stati occupati per un’intera settimana dallatroupe: circa 150 persone che attualmente soggiornano tra il Best Western, il Salus e Balletti. La produzione ha dovuto fare anche uno sforzo economico in più prenotando le strutture ricettive, come i B&b che si trovano esattamente sopra ai set. Ma alla produzione hanno collaborato anche altre realtà del territorio come l’azienda Fiorillo. Inoltre la 360 Degrees Film, l’azienda americana che si occupa della produzione della serie, si è avvalsa della collaborazione della Proloco locale e di alcune figure come Irene Temperini, ormai esperta dei set cittadini.

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