Senza stipendio né tredicesima dopo l'attacco hacker al Comune, la Fp Cisl: "Natale magrissimo per i lavoratori Caritas del Giovanni XXIII"

Senza stipendio né tredicesima dopo l'attacco hacker al Comune, la Fp Cisl: "Natale magrissimo per i lavoratori Caritas del Giovanni XXIII"
di Renato Vigna
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 18:20

Senza stipendio né tredicesima a causa dell’attacco hacker al Comune di Viterbo. Sono 18 i lavoratori della Caritas rimasti senza compenso il mese di dicembre. Tutta colpa di quanto avvenuto l’8, quando oltre 540 enti e amministrazioni italiane tra i quali, appunto, il Comune di Viterbo, sono stati vittime di un’intrusione di vaste proporzioni ai sistemi digitali utilizzati per la fornitura dei servizi. Molti di disagi per la cittadinanza, tra cui i ritardi nell’erogazione dei buoni mensa e delle rette per gli asili nonché nel saldo dei pagamenti ai fornitori. E a farne le spese sono stati anche gli operatori della Asp Giovanni XXIII.

A denunciare l’accaduto è la Fp-Cisl di Viterbo, tramite Francesco Guitarrini. “La struttura – spiega il sindacalista - a causa della difficoltà di vedersi saldate le fatture correnti non ha potuto adempiere al pagamento della fornitura di prestazioni assistenziali e infermieristiche operate dalla Caritas. Non vogliamo prendere le difese della cooperativa in quanto consapevoli che sappia difendersi da sola, ma è pur vero che l’esposizione di quest’ultima verso l’Asp è di svariate migliaia di euro”. La Fp Cisl sottolinea come la crisi finanziaria, conseguente all’attacco informatico, stia avendo ricadute significative sugli operatori che offrono comunque le prestazioni sanitarie richieste e sono indietro di stipendio e tredicesima mensilità.

“Un Natale magro se non magrissimo per 18 dipendenti che ancora non hanno avuto le competenze necessarie, peraltro di stipendi molto bassi, per non parlare di adeguamenti contrattuali mai riconosciuti.

E che dire dell’assordante silenzio della direzione e presidenza del Giovanni XXIII per altro – continua Guitarrini - poco sensibile alle vicende del portafoglio altrui, soprattutto di una categoria di lavoratori che è obbligata a prestare la propria opera obtorto collo”. Le critiche della Fp-Cisl sono durissime: “Come è stato possibile arrivare a questa situazione che vede per l’ennesima volta che a pagare il conto siano sempre i lavoratori? Spiace osservare – continua - che nei stessi reparti dove lavorano sia i dipendenti della Asp sia i dipendenti appaltati, i primi siano tutelati mentre gli altri affatto. Chiediamo pertanto un intervento decisivo da parte delle istituzioni coinvolte a vario titolo come Comune e Asp, nonché alla cooperativa Caritas di fare uno sforzo volto a sanare una situazione”, conclude Guitarrini.

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