Omicidio di Ronciglione, la criminologa Bruzzone contro l'accusa: «A dir poco discutibile»

L'avvocato Serena Gasperini e la criminologa Roberta Bruzzone
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Martedì 30 Marzo 2021, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 16:07

«Quell’audizione protetta? A dir poco discutibile». Numeri alla mano la criminologa, in veste di consulente di parte, Roberta Bruzzone demolisce ogni aspetto dell’interrogatorio fatto dalla psicologa della Procura al figlio di Andrea Landolfi. Udienza fiume in Corte d’assise ieri. Dove diversi consulenti di parti hanno mostrato ai giudici togati e popolari una ricostruzione del tutto diversa da quella che quasi due anni fa ha portato il 30enne Andrea Landolfi dietro le sbarre.

L’ex pugile romano, assistito dagli avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi, è accusato di aver ucciso la sua fidanzata Maria Sestina Arcuri lanciandola per le scale. L’impianto accusatorio si basa anche sulle dichiarazioni che avrebbe reso il figlio dell’imputato, all’epoca aveva 5 anni, prima alla madre e poi in udienza protetta davanti alla psicologa incaricata dal pm Franco Pacifici. Dichiarazioni che secondo la difesa sarebbero state suggestionate. 

«Quello che è accaduto - ha affermato Roberta Bruzzone - va ben oltre la suggestione ed è censurabile sotto il profilo deontologico. Il bimbo è stato bombardato da sollecitazioni, inneschi, prima dalla madre che non è stata genuina nemmeno con la Procura e poi dalla psicologa. E’ stato spinto in maniera confabulatoria a dire determinate cose, cose che per lui non erano nemmeno importanti. Non a caso non ha mai parlato di un litigio».

Il fatto più grave per la nota criminologa, definita opionista durante lo scontro dal pm Franco Pacifici nel tentativo di metterla alla corda, è quel che è stato fatto durante l’audizione protetta. «Un’audizione - spiega - durata ben 125 minuti quando tutte le linee guida raccomandano 45 minuti, 60 al massimo.

In cui la valutazione sul bimbo è stata fatta dopo e non prima. In cui non è stato preso in considerazione l’esame probatorio che avrebbe evitato la ripetizione che ha sicuramente inficiato la genuinità del racconto.

La psicologa con le sue domande, le sue ripetizioni porta il bambino in una direzione che lui non aveva intrapreso. Inserisce parole che sono attivanti. Afferma 44 volte difficile, coraggio 32, arrabbiato 18. E in queste situazioni i numeri fanno la differenza». La modalità dell’audizione, secondo la Bruzzone, è stata così sbagliata che avrebbe inficiato in maniera invalidante l’intero lavoro. «Le parole - ha detto ancora - non bastano per descrivere cosa è successo in quell’audizione».

E se non bastano le parole arrivano le immagini. «Il bambino era così contrariato che a un certo punto disegna uno squalo - afferma - ma lo squalo non è il padre che non vedeva da oltre 3 mesi, ma qualcuno da cui si sente incalzato. Indovinate chi era?». A dare una ricostruzione dei fatti anche lo stesso imputato. Landolfi, al termine dell’udienza, ha chiesto la parola per raccontare cosa è successo nella casa della nonna nel weekend della tragedia. Preciso nei dettagli, ricorda tutto. Anche la caduta per le scale.

«Discutevamo perché Sestina era gelosa - ha spiegato - poi mi ha puntato un dito. Sono andato all’indietro a mi sono aggrappato alle sue braccia. Poi ho chiuso gli occhi e ho sentito i botti». Racconta tutto, l’aggressione alla nonna, il malore della fidanzata e la chiamata al 118. Domani si torna in aula con gli ultimi due testimoni della difesa.

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