Omicidio a Mammagialla, 21enne strangola il compagno di cella per un debito

Mammagialla
di Maria Letizia Riganelli
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Giovedì 21 Dicembre 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 19:24

Strangolato per un debito. Krasmir Tsvetkov, 21enne bulgaro, ha ucciso a mani nude il compagno di cella Alessandro Salvaggio. Martedì sera, poco dopo le 22, il corpo di Salvaggio, 49enne originario della provincia di Caltanissetta, è stato trovato senza vita nella cella che condivideva con il suo assassino. Ad avvisare gli agenti presenti nel padiglione dei detenuti comuni di Mammagialla sarebbe stato lo stesso Tsvetkov. «Ho fatto una stupidaggine - avrebbe detto alla penitenziaria - l’ho soffocato e non lo sento più respirare».

L’omicidio sarebbe avvenuto nel più totale silenzio, nessun grido, nessuna richiesta di aiuta sarebbe stata sentita dagli agenti di guardia nel corridoio. L’aggressore probabilmente ha agito mentre la vittima era nella branda e stava per prendere sonno. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Massimiliano Siddi, sono state affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Viterbo a quali stanno dando un contributo anche gli della polizia penitenziaria. I carabinieri stanno cercando di ricostruire la dinamica dell’omicidio e soprattutto il movente. Sembrerebbe che vittima e aggressore si conoscessero da tempo, entrambi erano stati trasferiti a Mammagialla dal carcere di Teramo solo pochi giorni fa ed entrambi avrebbero finito di espiare la pena nel 2026.

La vittima, Alessandro Salvaggio, era detenuto per traffico di stupefacenti mentre l’assassino Krasmir Tsvetkov per reati contro il patrimonio.

L’ipotesi su cui stanno cercando di fare luce gli investigatori sarebbe quella di un omicidio avvenuto per movente economico. Sembrerebbe infatti che tra i due compagni di cella ci sarebbe stato piccolo debito di denaro. Intanto ieri pomeriggio le indagini dei carabinieri si sono concentrate sulla cella dove è avvenuta la tragedia, dove i professionisti del raggruppamento investigazioni scientifiche hanno svolto un primo sopralluogo tecnico. L’omicidio di Salvaggio ha riaperto vecchie ferite del carcere di Mammagialla, riportando a galla tutti i problemi legati alla sorveglianza e alla detenzione degli ospiti.

Non è il primo omicidio che avviene all’interno del carcere di Viterbo. Il 29 marzo del 2019 Sing Khan, 36enne indiano, uccise con 10 colpi di sgabello il compagno di cella Giovanni Delfino. Khan, parzialmente sano di mente, fu condannato in primo grado a 14 anni di carcere. In Appello a 12. L’omicidio di Delfino, viterbese sessantenne a un passo dalla libertà, fece scalpore in quanto i difensori di parte civile puntarono subito il dito sulla sorveglianza del carcere di Viterbo, che secondo loro avrebbe avuto diverse responsabilità sull’accaduto. Sorveglianza che nel caso dell'omicidio di martedì scorso sarebbe stata presente ma non sarebbe riuscita a intervenire perché nessuno si sarebbe accorto della tragedia che stava avvenendo.

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