Materiali radioattivi nel verde della Tuscia. «Scelta intollerabile» per il Biodistretto

Materiali radioattivi nel verde della Tuscia. «Scelta intollerabile» per il Biodistretto
di Ugo Baldi
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Mercoledì 6 Gennaio 2021, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 17:57

Contro il deposito nazionale di rifiuti radioattivi senza arretrare di un centimetro. L'alzata di scudi sull'ipotesi del Governo dal territorio falisco è stata immediata. A partire dal Biodistretto della Via Amerina, che rappresenta tredici comuni della bassa Tuscia. Tra cui appunto, Gallese, Corchiano e Vignanello, che sono quelli più a rischio secondo le scelte ipotizzate.«L'ipotesi per discariche nucleari è straordinariamente grave ha detto il presidente Famiano Crucianelli - anche se non sappiamo in virtù di quali caratteristiche socio-ambientali sia stata fatta questa scelta, non sappiamo chi sono gli interlocutori e gli interessi che hanno guidato i selezionatori della Sogin. La nostra opposizione sarà intransigente. Ora ci preme essere chiari sull'ipotesi di fare nel nostro territorio una discarica nucleare, ci rivolgiamo ai tecnici, alla politica e soprattutto alla nostra gente».

E se dovesse maturare «la scelta di utilizzare il nostro territorio - ha detto ancora Crucianelli - come discariche di scorie nucleari il danno ambientale, sociale ed economico coinvolgerebbe tutti i tredici comuni che ne fanno parte. Stiamo parlando di comuni che sono uno accanto all'altro, stiamo parlando di un tessuto ambientale, economico ed umano che costituisce un'unica comunità.

Contestiamo le ragioni che hanno ispirato questa scelta. Si parla di criteri socio-ambientali, quali criteri?».

Non sono da meno gli altri. «Il nostro territorio ha scelto lo sviluppo sostenibile, l'agricoltura biologica ha detto l'agro-ecologo Fabio Ferrante - e una comunità energetica da fonti rinnovabili. Questo è un percorso irreversibile ed è evidente che le proposte per la selezione di questi siti sono datate e non prendono in considerazione l'evoluzione che ha avuto la nostra area».

A Gallese si è mobilitato il comitato ambiente. «E' inammissibile e non tollerabile - dice Amedoro Latini - che su un territorio dove, dopo anni di lotte per avere un'area biologica e sostenibile, e sulla quale stiamo raccogliendo i primi risultati, si pensi a trasformarlo in un area di stoccaggio per materiale radioattivo. Ci mobiliteremo con tutte le forze per evitare che il futuro nostro e dei nostri figli sia messo a repentaglio»

Anche a Corchiano la pensano allo stesso modo. «Se non si risolve con la burocrazia dice il sindacalista Fabio Ricchiuto dovremo organizzarci come i No Tav». E ancora: «Ci opporremo con tutta la determinazione possibile», sottolinea Sandro Marconi per il Comitato della salute pubblica

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