Dall’altra parte del mondo per (ri)conquistarlo. Ludovica Delfino, stella viterbese del pattinaggio artistico a rotelle, l’ha fatto ancora. In Paraguay, dove si sono disputati i Mondiali di pattinaggio artistico a rotelle rinviati lo scorso anno a causa della pandemia, l’atleta nata e cresciuta a Pianoscarano si è nuovamente laureata campionessa del mondo, dopo il successo del 2018 in Francia.
L’estate magica di Viterbo e di Pianoscarano non ne vuole proprio sapere di lasciare spazio all’autunno e allora ecco che, dopo Leonardo Bonucci campione D’Europa, un’altra stella made in Tuscia si guadagna gli onori della ribalta. Nella serata di sabato 2 ottobre è arrivata la seconda, storica, medaglia d’oro per una Delfino che ha iniziato a pattinare all’età di quattro anni e che si fa disegnare i costumi con i quali gareggia da Tiziana Barbaranelli, stilista viterbese che consegna il lavoro alla mamma che poi, passa intere notti a cucirli.
In Paraguay – la Roma Roller Team per la quale gareggia la pattinatrice viterbese – ha portato in scena lo spaventoso programma “Incubo”: un viaggio attraverso i film horror che hanno fatto la storia del cinema e della televisione. Non c’è via di fuga: per uscire dall’incubo bisogna svegliarsi e allora, Delfino, ha fatto piombare in un sogno tormentato le rivali.
Il gruppo azzurro ha sbaragliato la concorrenza, totalizzando un punteggio monstre, per restare in tema, di 125.9.
Così, la società romana, ha attivato una sottoscrizione spontanea per raccogliere fondi dagli appassionati e tifosi, in modo da poter partecipare all’evento sudamericano. Il risultato, alla fine, è stato centrato alla grande, sia fuori che dentro la pista di pattinaggio. E così domenica mattina, Viterbo si è svegliata con una campionessa del mondo che si è ripetuta: sono fioccati i complimenti dal capoluogo, ma il messaggio più bello è giunto dall’allenatrice, Elisa Cascioli che non ha potuto seguirla durante la rassegna iridata.
«Nonostante la distanza, anche questa volta - le ha scritto - siamo state vicino quanto più abbiamo potuto. Vederti di nuovo con questa medaglia al collo mi riempie d’orgoglio ma ancora di più lo fa il tuo sorriso. Non lo hai perso mai: il lavoro paga, i sacrifici danno risultati e lavorare con il cuore fa essere sempre soddisfatti di sé».