Il14 luglio 1948 l’onorevole Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista italiano, cadeva gravemente ferito sotto i colpi di pistola sparati da un giovane attentatore. In poco tempo divamparono in tutta Italia manifestazioni di protesta con conseguenti scontri armati tra manifestanti e forze dell’ordine.
Le cronache del tempo annotano tra gli scontri più cruenti quelli di Civita Castellana. Uno studio specifico su ciò che accadde nella cittadina viterbese nel luglio del 1948 non è stato mai fatto e, a distanza di settant’anni, si è proceduto alla ricostruzione degli eventi che sono stati sempre ricordati dai civitonici con una certa riluttanza, come se dovessero, dopo un primo momento, essere dimenticati. La ricostruzione dei fatti di ribellione e di sangue è incentrata soprattutto sull’attività processuale svolta dalla magistratura, ma anche sulle cronache dell’epoca e sulle testimonianze di chi visse quelle giornate.
Tale resoconto storico non può prescindere dalla valutazione della specificità della realtà socio-economica di Civita Castellana e, pertanto, nel libro si “fotografa” lo stato dell’industria civitonica di quel momento e si è tracciata, seppure a grandi linee, l’evoluzione della produzione ceramica nell’immediato secondo dopoguerra.
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