Edilizia, le imprese della Tuscia corrono ma il personale non si trova

Edilizia, le imprese della Tuscia corrono ma il personale non si trova
di Luca Telli
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Sabato 10 Giugno 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 19:09

L’effetto del blocco dei bonus edilizi per ora non si vede, «il numero degli occupati resta alto – spiega il presidente di ANCE (associazione nazionale costruttori edili) Andrea Belli – gli ultimi dati della cassa edile parlano chiaro: siamo intorno ai quattro mila addetti». Un livellamento verso l’alto e una spinta, partita a metà del 2020 subito dopo la chiusura della prima fase della pandemia sull’onda dei bonus facciata e 110% nati come strumenti per agevolare la ripresa post lockdown, che non ha ancora esaurito la sua forza e la massima capacità occupazionale.

«Di posti ce ne sono ancora. Se i numeri degli occupati non crescono non dipende dalle imprese o dalla mancanza di commesse – continua Belli -, piuttosto dalla manodopera che non si trova». Circa il 20% i lavoratori, tra operai specializzati e non, che mancano per sostenere la macchina del mattone «la cui filiera lunghissima – continua Belli – è fondamentale per lo sviluppo economico della provincia». Come, fondamentale, risultata nell’aumento del numero degli occupati.

Gli ultimi report sul lavoro parlano di percentuali di inoccupati in calo nella fascia d’età 18 – 35 (mentre restano alti in quella 18- 23), un dato che sembra legarsi proprio al boom dell’edilizia capace in meno di un triennio di aumentare la forza lavoro di quasi il 120%: da circa 1800 occupati censiti nei primi mesi del 2020 ai quasi 4000mila di oggi con un picco di richiesta alla quale non si riesce a dare piena soddisfazione neppure con la manodopera estera, totalmente occupata ed il numero della quale è diminuito in maniera sensibile allo scoppio della pandemia quando una parte consistenti di lavoratori aveva deciso di tornare al paese d’origine.

I rischi dello scoppio della bolla occupazionale che nel giro di 6 – 8 mesi, quando cioè andranno in scadenza i lavori del 110% per villette unifamiliari, case IACP (istituti autonomi case popolari) e condomini, sia tale da costringere centinaia di operai a reinventarsi seguendo, per esempio, il percorso fatto dai lavoratori agricoli verso l’edilizia diventata di colpo molto più attrattiva, non è al momento sul tavolo.

Spiega ancora Belli: «Con l’esaurimento dei bonus non finirà il momento di crescita dell’edilizia.

Davanti abbiamo anni importanti legati ai lavori che saranno finanziati con i fondi del PNRR». Fondi ingenti, tra opere dirette, investimenti indiretti e bandi per le imprese, in grado di garantire un nuovo boom. «Partire con questi progetti significa apertura di importanti cantieri e lavoro per ancora tante persone», conclude Belli. Lavoro che andrà avanti almeno fino al 2026 quando i cantieri dovranno essere necessariamente chiusi, pena la restituzione dei finanziamenti.

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