Nel Viterbese ancora appuntamenti per celebrare l'anniversario dantesco

L'attore e regista Gianni Abbate
di Carlo Maria Ponzi
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Venerdì 30 Luglio 2021, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 11:24

Tra le segnalazioni del fine settimana non possono mancare eventi nel nome di Dante Alighieri a 700 anni dalla morte.

“Dante all’Inferno andata e ritorno” impegna il Teatro Null a Bagnoregio (venerdì 30 luglio, 21,30, Piazza Luigi Cristofori) di e con Gianni Abbate - che ha curato anche gli effetti speciali, le musiche e le regia - accompagnato da Ennio Cuccuini. «La nostra narrazione della prima cantica - afferma  Abbate – è inconsueta. In sintesi ecco la storia: Dante avrebbe voluto andarsene in vacanza al mare, ma Virgilio insiste per volerlo portare all’Inferno. Un posto bellissimo, con le fiamme come nei concerti rock, dice la sua guida, dove si va sempre in discesa, come sugli acquascivoli del parco acquatico a Riccione.

Quando però Dante si ritrova circondato da lamenti, urla e fiamme che neanche a un concerto della rock band Metallica, capisce di aver sbagliato ad accettare. Il nostro è un approccio inedito per scoprire o rispolverare tutto quello che si dovrebbe sapere sul capolavoro dantesco, canto dopo canto, con scoppiettanti trovate e tanto umorismo».

Info e prenotazioni: 3471103270. L’evento fa parte della rassegna “Theatron” sostenuta dalla Fondazione Carivit, dai Comuni e dalle Pro Loco dell’Alto Lazio e della Teverina che vi partecipano. 

Ma sabato è l’anfiteatro Cordeschi di Acquapendente (ore 21) a incaricarsi di mantenere alto il tono delle celebrazioni dantesche proponendo il singolare “Inferno di Dante” che si presenta sotto forma di una visita guidata scritta e messa in scena da Matteo Belli. «L’attore e regista - spiega il direttore artistico del Cordeschi Gianni Nardi – compie una percorso attraversando alcuni dei luoghi della prima cantica del capolavoro dantesco, con l’obiettivo di orientare lo spettatore all’interno delle molteplici questioni poste dall’opera, ma contemporaneamente con il piacere e l’emozione di tentare di portare ai sensi dell’orecchio e dell’occhio moderno alcuni tra i versi classici più alti dell’intera storia letteraria italiana».

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