Contratti di lavoro falsi a 50 euro, ecco come funzionava il sistema

Contratti di lavoro falsi a 50 euro, ecco come funzionava il sistema
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Venerdì 13 Gennaio 2023, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 19:01

Cinquanta euro per un contratto di lavoro e appena dieci per una busta paga. Era questo il tariffario del 62enne falsario arrestato martedì scorso dalla Squadra Mobile. L’operazione, durata poco più di un anno, ha portato alla luce un sistema fatto di falsi documenti e speculazione per far ottenere permessi di soggiorno a cittadini extracomunitari in stato di bisogno. Cittadini che per i due indagati, il falsario 62enne e il procacciatore ghanese finiti entrambi ai domiciliari, erano semplici clienti.

Oltre cento gli immigrati che avrebbero pagato per avere l’opportunità di restare in Italia. Il sistema è stato scoperto dall’ufficio Immigrazione della Questura dove per mesi sarebbero arrivati numerose richieste di permesso di soggiorno corredate da contratti di lavoro palesemente artefatti e dalle successive indagini della Mobile. In particolare il ghanese, ben inserito tra le comunità di extracomunitari che gravitano nella zona di Orte, agganciava uomini e donne in difficoltà e dietro compenso li presentava all’italiano che in pochissimo tempo realizzava il certificato di cui avevano bisogno. Un sistema che si teneva in piedi grazie allo stato di bisogno dei migranti e alla scaltrezza degli indagati, che comunicavano tramite messaggi.

La Squadra Mobile prima di arrivare alla fase conclusiva e alla richiesta di una misura cautelare ha intercettato i due soggetti.

Il ghanese e il sessantenne italiano si scambiano sempre lo stesso messaggio in inglese: “Please tomorrow morning thanks – money“. Che secondo quanto ricostruito voleva semplice dire: “ho i soldi domani porta i documenti“. Durante l’esecuzione della misura cautelare disposta dal gip, gli agenti hanno anche perquisito l’abitazione dei soggetti coinvolti e di altre due persone denunciate a piede libero. Sarebbero tutti procacciatori di clienti per il falsario.

Dalle perquisizioni sono stati sequestrati molti documenti. Documenti che potrebbero essere utili ai fini delle indagini come, ad esempio, alcuni permessi di soggiorno riconducibili a cittadini extracomunitari diversi dagli indagati. Il 62enne di Orte e il ghanese 43enne nelle prossime ore saranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Viterbo. Avranno la possibilità di spiegare tutto. Entrambi sono accusati di favoreggiamento della permanenza illegale di cittadini extracomunitari e falsità in atti.

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