Sui 46mila euro di debiti fuori bilancio, approvati dal commissario prefettizio a Civita Castellana, è scontro aperto tra la minoranza e l'amministrazione comunale.
Dal palazzo comunale FdI, Lega e FI hanno respinto al mittente le accuse di amministratori «incompetenti e inaffidabili allora (2007) e oggi (2020 e 2021)» che sono piovute addosso dall'opposizione, e scaricato le colpe sugli uffici.
Tutto è nato per la revoca di un appalto che è stato impugnato con successo dalla ditta davanti al Tribunale di Viterbo. «Ancora una volta - hanno detto - il centrosinistra ha realizzato una sceneggiatura con tante imprecisioni. La delibera di giunta (epoca Massimo Giampieri, ndr) non fu altro che una presa d'atto dell'indicazione di chi quei lavori doveva controllarli e dirigerli. Oltretutto si rimandava agli uffici per i conseguenti atti di gestione, tra cui l'eventuale accantonamento di somme. Ricordiamo, inoltre, che la comunicazione del riconoscimento del debito fuori bilancio alla Corte dei Conti è previsto per legge e non avviene solo nei casi di dubbia natura o circostanze oscure.
Dall'altra parte sono scese sul terreno dello scontro le segreterie di Pd e Rifondazione.
«Questa vicenda - dice Alessandro Mazzoli del Pd - dimostra, ancora una volta, una totale incapacità di governo di questa amministrazione ed uno scarsissimo senso di responsabilità del centrodestra nei periodi in cui ha governato la città. È stato necessario l'intervento esterno del commissario ad acta per prendere atto della realtà e ripristinare la regolarità degli atti. Si tratta di un campanello d'allarme molto serio».
«C'è un atteggiamento - hanno sottolineato Pinardi e Abati di Rifondazione - inqualificabile da parte dell'amministrazione che denota il totale disinteresse e una colpevole incuria nei confronti della cosa pubblica e dei cittadini».