Caso Contardo, il verbale della seduta di consiglio finisce in Procura

Caso Contardo, il verbale della seduta di consiglio finisce in Procura
di Massimo Chiaravalli
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Venerdì 4 Giugno 2021, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 15:33

Finisce tutto in Procura. Lo ha deciso il consiglio comunale, votando all’unanimità a favore dell’invio del verbale della seduta di ieri. Molto convulsa e in parte segreta: quando si è iniziato a parlare delle intercettazioni dell’antimafia che hanno toccato anche l’ex vice sindaco Enrico Maria Contardo, il presidente del consiglio Stefano Evangelista ha deciso di interrompere lo streaming. Ma la consigliera Ombretta Perlorca, moglie di Contardo, avrebbe confermato che c’era chi girava per gli uffici chiedendo di rallentare le pratiche del marito. Da qui la decisione di coinvolgere la Procura.

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Il finimondo è scoppiato in coda al consiglio, quando il capogruppo di Forza civica, Giacomo Barelli, ha interrogato il sindaco Giovanni Arena sull’inchiesta de Il Messaggero. «Abbiamo letto cose devastanti – ha detto – che mi fanno tremare i polsi».

A essere intercettato era un dipendente di una grossa azienda, in auto con l’ex assessore. Questa persona ha parlato di una tangente da 8 mila euro all’allora sottosegretario Armando Siri e tirato in ballo anche l’aeroporto di Viterbo.

Barelli ha fatto un passo indietro, quando Contardo è stato cacciato dalla giunta dalla Lega. «A un certo punto ci arriva sul telefono un 335 (il certificato penale, ndc) di Contardo, mi sono chiesto cosa fosse e perché se ne discutesse. Mi sono state raccontate una serie di storie. Poi è uscita la vicenda» delle intercettazioni. E qui si è interrotto lo streaming. Secondo indiscrezioni, Perlorca avrebbe confermato in aula quanto già dichiarato alla stampa. Tra le altre cose, come sostenuto anche da Contardo, aveva detto che qualcuno girava per gli uffici chiedendo di rallentare le pratiche del marito, tra cui il bando del verde. Motivo per cui pure il prefetto Giovanni Bruno ha criticato pesantemente l’amministrazione.

Nel corso della discussione, Perlorca avrebbe quindi affermato di conoscere i nomi e cognomi ma che non li avrebbe fatti in aula. Un intervento pesante, che ha convinto tutti a votare a favore dell’invio in Procura del verbale della seduta.

Ma prima di questa vicenda, il sindaco era finito nel mirino dell’opposizione su temi fondamentali per la città: l’aumento delle tariffe di Talete, l’affaire hub vaccinale – su cui Arena ha chiesto scusa per aver accusato l’opposizione di raccontare menzogne – sul termalismo e sul conto consuntivo, che ha svelato un avanzo di amministrazione di soli 4,6 milioni, quando in sede di bilancio erano stati promessi interventi per il doppio. E anche stavolta, nessuno dalla maggioranza si è alzato per difenderlo.

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