Ne sanno qualcosa i negozianti ancora aperti nel centro storico di Viterbo: per molti di loro la giornata di megasconti importata dall'America poco incide sugli incassi, anzi per alcuni non è altro che l'apoteosi della concorrenza sleale. Ne è convinto Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti: «La verità è che non si tratta di una nostra tradizione e da noi ha dimostrato di non funzionare. All'inizio - commenta - il settore l'aveva accolta positivamente ma i risultati sono stati davvero deludenti».
Con la crisi che ancora non molla la presa, per l'associazione di categoria tra i settori più colpiti c'è proprio l'abbigliamento. E se il Black Friday nasce soprattutto nell'ambito dei prodotti tecnologici, ormai per molti è occasione di rifarsi almeno un po' il guardaroba. «Questo discorso vale però per la grande distribuzione oppure per i marchi cinesi, non certo per i negozianti storici di Viterbo. Ormai quella degli sconti è una vera giungla, dove chi rispetta le regole viene sempre più penalizzato. Servirebbe invece una normativa seria a livello nazionale», sottolinea Peparello.
Conferma gli umori poco entusiasti per il venerdì della grande abbuffata da shopping Riccardo Naldi, dell'omonimo negozio del Corso. «Il Black Friday è la rovina del commercio. Per rispetto dei miei clienti che hanno comprato prima o compreranno poi non seguirò questa corsa al ribasso, anche perché - afferma - noi vendiamo prodotti made in Italy dal filato alla manifattura: non possiamo permetterci grosse scontistiche». E sottolinea che resistere in centro storico è sempre più dura. «Viterbo dal punto di vista commerciale è una città morta. Io vado avanti grazie alle vendite online: dal nostro sito, riesco anche ad attrarre clienti che vengono in negozio con la foto del prodotto visto sul web. E resto qui perché qui è il mio cuore».
Per chi invece è nato come negozio virtuale, venerdì 29 sarà una manna dal cielo. Come testimonia Mattia Barberini, titolare insieme a Christian Costa di TwigStore, azienda online di abbigliamento con sede ad Acquapendente. «Siamo nati una decina di anni fa, vendendo da subito solo tramite web. Ora - racconta - arriviamo a spedire oltre 100.000 capi in Italia e ci stiamo espandendo anche in Europa. Diamo lavoro a sei persone, commercializzando tre nostri brand prodotti in Cina. Venerdì riusciremo a garantire sconti dal 70 all'80%».
Due anni fa, al loro primo Black Friday, hanno venduto lo stesso numero di oggetti di un mese intero.
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