Bilancio, scontro FdI-Fi: «Siamo soldati, bisogna stare lì e votare», «Impegni disattesi, applico il metodo Gigli»

Bilancio, scontro FdI-Fi: «Siamo soldati, bisogna stare lì e votare», «Impegni disattesi, applico il metodo Gigli»
di Massimo Chiaravalli
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Sabato 8 Maggio 2021, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 16:44

«Siamo tutti soldati sul fronte, bisogna assicurare la presenza e il voto». «Ma c’era l’accordo di non presentare altri emendamenti, se non quello firmato dai capigruppo. E’ stato disatteso e quindi sono uscito dall’aula». Per la maggioranza è stata la mezz’ora più buia dell’intera seduta fiume, quella sospensione chiesta dal capogruppo di Fratelli d’Italia Luigi Maria Buzzi per richiamare all’ordine Forza Italia. E ora il suo omologo dei berluscones, Giulio Marini, svela il motivo per cui ha evitato di restare ad alzare la manina sugli emendamenti.

Buzzi a un certo punto ha voluto sapere chi della maggioranza non avesse votato, dopo uno dei tanti emendamenti in discussione. Perché? «Un po’ il nervosismo, un po’ l’età, un po’ l’ora tarda», sdrammatizza subito. «Sulla votazione degli emendamenti mi sembrava non fosse più presente Forza Italia – dice – quindi ho voluto sospendere per chiedere se dipendesse da qualcosa. Perché se è un bilancio concordato, bisogna starci. Tutte le forze politiche che compongono la maggioranza e sostengono il sindaco, a maggior ragione se lo esprimono, devono essere presenti». Quindi ha chiesto un’interruzione: «Mi è stato detto che non c’erano problemi, ho voluto verificare questa cosa fino alla fine».

La versione del forzista però qualche problemino lo evidenzia. Marini, ha fatto arrabbiare Buzzi? «Si dovrebbe arrabbiare con altri – spiega - non con me. Io ho mantenuto lealmente un’indicazione di maggioranza che non è stata portata a compimento». In pratica, «l’accordo era di non presentare altri emendamenti oltre a quello firmato dai capigruppo, se non per emergenze».

Invece ce n’è stato uno a doppia firma leghista Galati-Caporossi.

Allora, liberi tutti. «Se si contravviene a un’indicazione che è anche rispetto per gli altri – continua Marini - allora mi arrabbio io ed esco dall’aula». Alla fine la derubrica a dialettica politica, che «non avrà strascichi». Poi però torna indietro con la memoria, quando il suo avversario dentro Forza Italia si rispondeva al nome di Nando Gigli. «La samba che mi faceva ballare era quella di farmi capire la sua esigenza politica così. Applico il metodo Gigli? E’ quello della politica». Roba di quasi 20 anni fa, epoca del tormentone “Anvedi come balla Nando”.

Palla di nuovo in area Fratelli. «Abbiamo chiarito che si va avanti – continua Buzzi - vogliamo investire 5 milioni sulle strade, è una scelta coraggiosa che sarà visibile per la città. Magari questo farà un po’ anche rodere la minoranza. Poi se c’è qualcosa da dire ci si riunisce e si dice. Credo sia una bella immagine tutta la maggioranza che sta lì, anche perché bocciare gli emendamenti non è sempre facile. Voglio credere sia stato solo un disguido che non si ripeterà più».

Ultima sottolineatura sulla vicenda Apea. «In aula – conclude Buzzi – ho detto che neanche io sapevo ci fosse la convocazione dal notaio in concomitanza col consiglio. Pure il fatto che lo sapesse più l’opposizione che la maggioranza è da sottolineare». Su questo però, anche Marini giura di non averne saputo niente prima.

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