I fatti sui quali è chiamata ad esprimersi il giudice monocratico Silvia Mattei risalgono al 2009 al 2011 (prima c'è stato anche un processo a Montefiascone, in cui l'imputato fu condannato e dovette pagare un risarcimento). Li racconta la stessa vittima, molto scossa durante la testimonianza: «Nel 2005 presi questo terreno dalla cugina dell'imputato, facemmo una permuta, io le diedi una casa. Ma non appena entrai da quel cancello iniziò il tormento, gli insulti, e mi puntava la zappa come per spararmi. Anzi, una volta da lontano mi sembrava che stesse impugnando qualche altra cosa, non un fucile. Per questi traumi mi hanno ricoverato, sono stato in cura psichiatrica, sono arrivato a pesare 50 chili. E anche la mia famiglia ne ha risentito: mia moglie non esce di casa per la paura».
Ma l'anziano ha trovato la forza di reagire: rivolgendosi ai carabinieri (già ascoltati in aula) ma anche registrando il comportamento del vicino con una videocamera. Ora toccherà al giudice stabilire qual è la verità. Prossima udienza il 15 novembre.
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