A spasso nella Tuscia viterbese alla scoperta di vestigia archeologiche che sono entrate nell’elenco del Patrimomio dell’umanità curato dall’Unesco.
E’ il caso di Tarquinia che, insieme a Cerveteri, nel 2024 riuscì a conquistare il prestigioso riconoscimento in virtù della necropoli di Monterozzi, punteggiata da 6.000 sepolcri scavati nella roccia. Spalmato su 130 ettari, è il complesso più esteso che si conosca. Soprattutto è forte di unicum: 200 tombe dipinte, della quali la più antica risale al VII sec. a.C., unica importante testimonianza di arte classica del periodo pre-romano esistente nel bacino del Mediterraneo.
“Tarchna” (nome antico della città) è meta domenica 5 novembre di una escursione promossa dalla guida turistica e ambientale Sabrina Moscatelli di “Antico presente” (info: 339 5718135) che, sfruttando la gratuità degli ingressi come prima domenica del mese, regala un giro d’orizzonte sui mirabilia tarquiniesi. “A cominciare – anticipa - dalle rovine dell’Ara della Regina, un tempio utilizzato per la celebrazione di riti e preghiere, uno dei più rilevanti ritrovamenti archeologici di tutta Tarquinia.
La visita prenderà il via dalle mura nell’attuale centro storico prevalentemente medioevale, per poi toccare il maestoso Palazzo Vitelleschi, realizzato a partire dal XV sec. e attualmente adibito a Museo nazionale Etrusco. “Qui – rivela Sabrina - sono custoditi i tesori della Necropoli, i ricchi corredi funebri e sarcofagi, con espressioni artistiche di altissimo livello che spaziano dalla scultura, all’oreficeria e ceramica, arricchite persino di oggetti provenienti dalla Grecia e dall’antico Egitto”.
Gran finale a Monterozzi, con la serie straordinaria di tombe dipinte che rappresentano il nucleo più prestigioso della necropoli, tanto da essere definita “il primo capitolo della storia della pittura italiana”.