Andrew Garfield per "Gli Occhi di Tammy Faye": «La parte più dolorosa della mia carriera»

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Gli Occhi di Tammy Faye, nelle sale italiane dal 3 febbraio, racconta la straordinaria storia dell’ascesa, della caduta e della redenzione della telepredicatrice Tammy Faye Bakker. Fra gli anni Settanta e Ottanta, Tammy Faye e suo marito Jim Bakker (Andrew Garfield), entrambi di umili origini, riuscirono a creare il più grande network televisivo religioso al mondo e un parco a tema. Celebre per il suo messaggio di amore, accettazione e prosperità, Tammy Faye divenne una leggenda per le sue ciglia, per il suo particolare modo di cantare e per il suo desiderio di raggiungere persone di tutte le estrazioni sociali. Tuttavia, non passò molto tempo prima che irregolarità finanziarie, rivalità e scandali demolirono l'impero che i due avevano così accuratamente costruito.  Abbiamo incontrato, su zoom, Andrew Garfield, interprete di Jim Bakker.

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Quanto sono cambiate le cose in trent’anni? Le donne che guadagnano più dei loro compagni, o mariti, e sono più famose, sono ancora un problema per la nostra società?


«Oh, Dio, credo sia impossibile per me rispondere. Perché è molto soggettivo e dipende caso per caso, e non vorrei commentare in generale le dinamiche uomo-donna in questo modo. Noi tutti scegliamo come vivere in ogni momento, stiamo tutti decidendo di co-firmare un contratto sociale, oppure no, che si tratti di norme di genere o altro. Ad alcune persone piacciono molto le norme di genere, per altre non funziona proprio. E non giudico in nessuno dei due modi. Stiamo tutti cercando di fare il nostro meglio. Ho diversi amici e coppie sposate, se la donna è la principale fonte di sostentamento e l'uomo è il padre casalingo, funziona meravigliosamente. E ho delle coppie nella mia vita che sono al contrario.


Conosco madri single, padri single, genitori gay, lesbiche. Per me è un tutt'uno, e ognuno di loro decide cosa funziona meglio. Non c'è una formula. Ma naturalmente, quello che sento è che tutti dovrebbero poter scegliere di vivere senza l'oppressione di una norma sociale o di una norma di genere. Sento che questa è la cosa vitale per assicurarsi che tutti noi possiamo scegliere ciò che vogliamo, ciò che è giusto, purché non si faccia del male».
Un anno di successi incredibili, in cui potrebbe arrivare anche un Oscar: «Per me Jim Bakker è stato davvero difficile da interpretare, solo perché era così lontano da me, mentre Peter Parker è nella mie vene da quando a tre anni ho indossato il mio primo costume da Spider-Man. E Jonathan Larson - di Tick, Tick…Boolm!, l'ho sempre sentito come un mio vecchio fratello che non sapevo esistesse, è stato come ricongiungersi con un fratello perduto da tempo. Ho sentito una vera affinità con John, e Jim era invece la persona più lontana da me che potessi interpretare, e la persona più dolorosa da interpretare, di sicuro».
(Servizio a cura di Eva Carducci)