Rubens a Genova, i capolavori ritrovati del grande pittore

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di Laura Larcan (montaggio Francesco Toiati)

Quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così, che aveva Rubens dopo aver visto Genova. Ci prendiamo la libertà di parafrasare i versi che Paolo Conte dedicava alla sua Genova, per echeggiare la fascinazione subita da Rubens nel 1600, il sommo pittore fiammingo, al cospetto della Superba barocca, la Repubblica del mare ricca e libera, terra di gentiluomini ambiziosi, irriducibili mecenati che vedevano nell'arte lo strumento ideale di autoaffermazione (ed esaltazione) al pari di un sovrano. Ed è questo rapporto che viene indagato dalla bella (raffinatissima) mostra "Rubens a Genova" in scena a Palazzo Ducale dal 6 ottobre al 22 gennaio che ha il pregio raccoglie un nucleo prestigioso di trenta opere legate all'estro geniale di Rubens che ripercorrono gli anni italiani, le trame delle sue relazioni artistiche con le dame e i gentiluomini delle famiglie più potenti. Si vedono gli Autoritratti che ci svelano la sua nobile fisionomia e intimità psicologica, gli straordinari ritratti delle celebrità dell'epoca, fastosi con fior di virtuosismi pittorici. Rasi e ricami dorati, fili di perle e gorgiere che valevano più di gioielli preziosi. Il bello della mostra, fortemente voluta dalla direttrice di Palazzo Ducale Serena Bertolucci, e' che riporta a Genova dopo secoli opere che Rubens concepì proprio in questa città, mettendo insieme anche opere reinterpetate, restituendo identità ai volti ritratti. Rubens arrivò e torno' più volte a Genova, tra il 1600 e il 1607, lusingato dagli influenti collezionisti della scena cittadina, commercianti e armatori d'una nuova classe sociale dalle smanie aristocratiche e l'orgoglio di prestare denaro sonante agli equipaggi di mezza Europa. Con Rubens sfilano in mostra gli artisti che lui per primo vide e ne apprese la lezione in Italia (come Tintoretto e Luca Cambiaso), accanto ai suoi contemporanei che incontrò a Genova (Frans Pourbus il Giovane, Bermardo Castello e, donna artista tra le donne, Sofonisba Anguissola). Un incontro ravvivinato continuo lungo 150 opere complessive. Protagonista è un mondo antico, che Rubens rende immortale con i guizzi morbidi delle sue pennellate che onorano i volti, esaltano gli abiti alla moda, assecondano i vezzi di pose e accessori. Ritratti intimi e psicologici, sublimi nel fraseggio dei colori.  Come dice Serena Bertolucci è una mostra che abbraccia la città e che gli occhi di rubens aiuteranno tutti a riscoprirla.