Vaticano, si dimette il ministro dell'Economia Guerrero: il Papa nomina un laico

Vaticano, si dimette il ministro dell'Economia Guerrero: il Papa nomina un laico
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 30 Novembre 2022, 12:37 - Ultimo aggiornamento: 12:53

Città del Vaticano – Dopo tre anni in trincea dietro bilanci da far quadrare, spending review e tagli alle spese superflue il gesuita che Papa Francesco aveva collocato alla guida del ministero vaticano dell'economia getta la spugna. Ufficialmente per ragioni di salute. Al suo posto è stato nominato il suo vice, l'economista Maximino Caballero Ledo.

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La uscita di scena dello spagnolo padre Juan Antonio Guerrero Alves, avviene dopo soli tre anni di lavoro portato avanti con energica volontà al fine di creare un centro unico di controllo di tutte le spese e le finanze curiali per pianificare meglio il futuro.

Le dimissioni sono un fulmine a ciel sereno anche se vi erano state avvisaglie negli ultimi tempi segnati da scontri carsici con l'Apsa, lo Ior e il Governatorato. Ad agosto padre Guerrero, presentando i risultati contabili del 2022 e le proiezioni per il 2023 metteva in guardia il Papa e i cardinali (che lo aiutano nel governo e fanno parte del C6 , una sorta di consiglio della corona ) che i tempi delle vacche magre necessitavano di decisioni coraggiose per far quadrare i conti. Guerrero era molto preoccupato per la prospettiva di non sostenibilità del sistema economico, pensionistico, finanziario. A questo timore se ne aggiungeva un altro: il continuo calo delle donazioni straniere, assolutamente necessarie per le spese correnti, tenendo conto che ogni mese per pagare gli stipendi dei circa 4000 dipendenti sono necessari quasi 10 milioni di euro.

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Ecco cosa affermava ad agosto padre Guerrero: «Per il futuro ci si prospetta un tempo molto incerto. Non abbiamo molte variabili su cui operare per affrontare la crisi, non abbiamo politica fiscale né monetaria, né controllo su una grande parte dei ricavi. Al di là dei nostri problemi strutturali, la situazione mondiale - guerra, inflazione, mancanza di rifornimenti, incertezza finanziaria - crea per noi nuove sfide e opportunità. Non possiamo dire che il tempo dei sacrifici sia finito, il 2022 sarà un anno particolarmente difficile e pure il 2023. Ora dobbiamo affrontare il preventivo per il 2023 che non ci consente di stare molto allegri, nonostante la pressione del Covid sia diminuita». 

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Nel frattempo la Segreteria per l'Economia La Spe, a seguito di un rescritto del Papa, è divenuta il centro che controlla le spese e le entrate di tutti gli organismi curiali, eccetto il Governatorato e lo Ior che resta di fatto autonomo in ogni sua decisione, sottoposto solo alla valutazione dell'Authority sull'antiriciclaggio. Allo Ior - dal primo di ottobre - dovrebbero essere confluiti i conti correnti esterni di tutte le realtà curiali anche se al momento non tutte le risorse sembrerebbero essere state trasferite. 

La linea di continuità al dicastero economico tra Guerrero e Caballero Ledo dicono sia assicurata. In questi tre anni sono stati introdotti importanti cambiamenti nella realtà economica della Santa Sede, a cominciare dal controllo delle spese della curia, passando dai 60 enti del perimetro precedente ai 92 del perimetro attuale; da un totale attivo di 2,2 miliardi di euro nel 2020 a 3,9 nel 2021; da un passivo di 0,8 miliardi di euro a 2,3; da un patrimonio netto di 1,4 miliardi di euro a 1,6; i ricavi sono passati da 248 milioni di euro a 1.093 milioni di euro; i costi da 315 milioni di euro a 1.096 milioni di euro; il deficit complessivo è stato di 3 milioni di euro. Per il Vaticano è sempre più difficoltoso finanziare le spese degli enti che non hanno ricavi, al punto che ogni anno la Santa Sede deve subire un’erosione di 20-25 milioni di patrimonio. Guerrero per questo avvertiva i cardinali del C6 che il problema era strutturale «per cui, a lungo termine, i contributi non saranno sufficienti a compensare le prestazioni promesse». 

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