In occasione del centenario della federazione delle università cattoliche e a seguito delle indicazioni di Papa Francesco al settore, l'ateneo fondato da padre Agostino Gemelli ha promosso un convegno per rafforzare il dialogo tra tutte le realtà e per sviluppare le future prospettive scientifiche.
Dalla storia al futuro: partendo così dalle eredità e dai percorsi dell’ultimo secolo, con lo sguardo rivolto alle nuove prospettive, nella sede dei gesuiti a Roma si è svolto un convegno dal titolo “History, Legacy and Perspectives: the Role of a Network of Catholic Universities in Research Development”. Nel corso dei lavori è affiorata una domanda su tutte: «come riformulare l'idea dei fondatori guardando ai prossimi cento anni della Federazione? E quale ruolo può avere una rete di università cattoliche nello sviluppo della ricerca, considerata la centralità e l’importanza della prospettiva internazionale?»
Francesco anche recentemente ha ricordato che l’umanesimo di cui sono portatrici questi centri di sapere «si inserisce in modo esplicito nel quadro dei valori cristiani, ed è la cifra di identità degli atenei cattolici – ha commentato il Rettore della Cattolica Franco Anelli – Questa idea di partenza viene specificata esortando le università a perseguire le azioni educative consapevoli dei fini cui tendono, l’insegnamento universitario come strumento di formazione, piena e completa della persona; a essere coraggiosamente aperte al mondo; a essere promotori di dialogo e di confronto in un contesto che vede insorgere ogni giorno nuove barriere e nuove conflitti».
Al convegno hanno partecipato nomi di primo piano: Yoshiaki Terumichi (President, Sophia University), Aaron Dominguez(Provost, Catholic University of America), Lilian Ferrer (Vice President for International Affairs, UC Chile), Jan Wouters (Full Professor of International Law, KU Leuven) e Peter Hanenberg (Vice Rector for Research, Universidade Catòlica Portuguesa).
«Le categorie con cui interpretare la natura e il destino delle università cattoliche sono due: autonomia e inclusione – ha sottolineato Anelli - L’autonomia riguarda il governo delle diverse regioni della conoscenza umana; la specializzazione dei saperi è un tratto irrinunciabile dell’incremento vertiginoso delle conoscenze umane.