Rocca e Gualtieri in Vicariato, patto per il Giubileo: «Bisogna pensare agli ultimi» `

Rocca e Gualtieri in Vicariato, patto per il Giubileo: «Bisogna pensare agli ultimi» `
di Franca Giansoldati
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Martedì 20 Febbraio 2024, 12:03

Mancano 308 giorni esatti all'avvio del Giubileo e nella Sala della Conciliazione del Palazzo del Laterano, lo stesso storico salone nel quale furono firmati i Patti Lateranensi, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca e il cardinale Angelo De Donatis concordano sulla necessità di un cammino comune, superando muri e steccati, capace di mettere in circolo tutte le energie disponibili e dare alla Capitale e ai suoi abitanti una potente iniezione di speranza. «Dobbiamo evitare la fastidiosa polarizzazione e guardare al bene delle nostre comunità, dobbiamo entrare in contatto con le nostre comunità e per questo sono contento del rapporto che si è creato con il Sindaco. Sento su di me la responsabilità di pensare agli ultimi» sono state le parole immediate del presidente Rocca.

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L'occasione si è presentata grazie ad un evento celebrativo: la commemorazione di uno storico convegno sui mali di Roma promosso nel 1974. I cattolici di allora, in un clima politico piuttosto teso, avviarono le basi per un spirito nuovo che fu capace di affrontare temi spinosi come il degrado, la povertà, l'emarginazione avendo un'attenzione privilegiata per le periferie. Nel messaggio inviato in Vicariato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella è stato ricordato che «nel corso degli anni quei richiami alla solidarietà, all'accoglienza, all'assistenza conservano ancora il loro valore e l'attualità di fronte alle nuove forme di emarginazione e solitudine che si affiancano spesso a quelle antiche».

PERIFERIE

La Roma di oggi naturalmente è assai cambiata da come si presentava cinquant'anni fa, si è sviluppata, è cresciuta, eppure nonostante il progresso diversi nodi che già negli anni Settanta erano stati evidenziati sono rimasti in buona parte irrisolti, con un evidente indebolimento del tessuto sociale come hanno evidenziato tutti i convegnisti negli interventi che si sono succeduti.
Anche se non ci sono più le borgate con le baracche piene di immigrati provenienti soprattutto dal Sud, il sindaco Gualtieri ha rammentato che oggi Roma, nella sua complessità, include anche, per esempio, Tor Bella Monaca diventata la piazza dello spaccio più grande d'Europa. I problemi quindi restano molteplici, complessi, spesso si sovrappongono e richiedono enormi sforzi.
Il quadro aggiornato sui "mali" che affliggono la città lo ha offerto il direttore della Caritas diocesana, Giustino Trincia, con numeri, dati e proiezioni.

L'età media dei romani è salita, arrivando a 46 anni; le famiglie composte da una sola persona hanno raggiunto il 46% con punte che toccano il 60% nel centro storico. La percentuale degli stranieri si attesta al 14%, quasi il doppio della media nazionale. Alla frammentazione sociale conseguente si aggiungono poi forti diseguaglianze per i servizi fondamentali, come per esempio la sanità.

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FRAGILITÀ

La Caritas denuncia poi l'aumento eccessivo e preoccupante del disagio mentale e della malattia psichica. A questo quadro si aggiunge il divario spaventoso tra chi può permettersi di ricorrere a medici privati senza dover attendere anche settimane per una visita, anche per patologie importanti. Dopo la sanità nella lista dei settori in difficoltà non manca la scuola: «Vi è una diffusa povertà educativa che coinvolge un po' tutte le fasce d'età». Per ultimo la Caritas mette il settore del lavoro e la carenza abitativa. Morale: «Serve una visione alta e di lungo respiro, che ponga al centro della propria azione il bene di tutti» ha sintetizzato Luigina Di Liegro, a capo della fondazione don Luigi Di Liegro. E' da queste premesse che è nata l'offerta del Vicariato alla collaborazione di Comune e Regione. Bisogna coltivare la speranza, e impegnarsi tutti a far diventare Roma città della speranza in vista del Giubileo» hanno ripetuto De Donatis e il Sindaco citando entrambi la frase che Papa Francesco ha pronunciato durante la messa del Te Deum a San Pietro, lo scorso 31 dicembre. Gualtieri poi ha riconosciuto che «alla vigilia di un Giubileo carico di speranza, in una città che si trasforma, segnata anche da disuguaglianze è opportuno riprendere l'insegnamento del convegno del 1974 e da quello che fu fatto in quel frangente». La Chiesa seppe parlare al paese, individuando una agenda che successivamente fu adottata da altri.

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